Solo due le librerie in centro ad Olbia.
Un tempo ce n’erano tre. Avevano nomi affascinanti o che richiamavano l’olbiesità: Putzu, Kafka e Sapigraphica. Oggi di librerie nel centro di Olbia ne resistono due. Ma questo non vuol dire che gli olbiesi leggano meno che in passato. Anzi, consultando i dati Istat, si scopre che la nostra città supera la media nazionale delle persone che leggono almeno un libro una volta l’anno. Come del resto la Sardegna che, a dispetto di quello che si possa pensare confrontata con le regioni più popolose, ha l’indice di lettura tra i più alti d’Italia.
Insomma, il mercato del libro è tornato ufficialmente a crescere. Una buona notizia dopo anni di crisi. E non ci sono solo i dati sulle vendite a testimoniare questa rinascita della carta. Basta fare un giro nei saloni della Biblioteca comunale di Corso Umberto. Un via vai continuo di persone, studenti come anziani, che trascorrono il pomeriggio seduti con in mano un testo. Sia anche per motivi di studio.
Fautore di questa rinascita è stato anche il direttore della Biblioteca Marco Ronchi. Dal 2012, quando ha preso in mano la Simpliciana, ha trasformato quella struttura semideserta, di cui già molti si interrogavano se avesse ancora un senso, in un luogo spesso affollato. Tanto che gli attuali spazi si stanno rivelando troppo stretti. Le sale di lettura sono prese d’assalto a tutte le ore.
In prima fila gli studenti delle scuole superiori e gli universitari. Ma non mancano gli adulti, che si recano in biblioteca per ricerche personali o semplicemente per sfogliare i quotidiani e le famiglie che portano i propri bambini. I libri possono diventare uno strumento di conforto, di aiuto alla sopravvivenza e di miglioramento delle condizioni umane. E possono essere utili per ritrovare i propri pensieri sommersi, attraverso le parole degli scrittori, e aprire la strada della crescita individuale.
