All’ospedale di Olbia un nuovo servizio per la salute delle donne

Il nuovo servizio all’ospedale di Olbia.

Un macchinario riabilitativo di ultima generazione e un’equipe dedicata, multidisciplinare, per aiutare le donne a superare i disturbi del pavimento pelvico. Disturbi che subentrano soprattutto dopo la gravidanza, il parto e la menopausa, ma che possono manifestarsi anche in età giovanile. È l’ospedale San Giovanni Paolo II di Olbia ad ospitare da alcuni giorni il nuovo servizio dell’ambulatorio di Uroginecologia che ha aperto le porte nel mese di maggio.

Per prenotare è possibile contattare telefonicamente il lunedì e il martedì, dalle 10 alle 12, il numero 0789/552912. “Si tratta di un servizio che porteremo avanti in stretta collaborazione con l’Unità Operativa di Chirurgia, la quale ha al suo interno l’urologo e i chirurghi proctologi – sottolinea il Direttore della SC di Ginecologia e Ostetricia, Giangavino Peppi – proseguendo quindi nel solco della sinergia tra i reparti, fondamentale per realizzare diverse attività di supporto alle donne che richiedono una competenza multidisciplinare“.

L’equipe formata dall’uroginecologo Pietro Demurtas, coadiuvato dalle ostetriche Maria Antonietta Cossu e Silvia Cossu, avrà il compito di aiutare le pazienti a superare problemi come l’incontinenza urinaria, le sindromi da urgenza e da frequenza minzionale, prolasso uterino-vaginale, dolore pelvico cronico e dolori nei rapporti sessuali.

“Una donna su cinque soffre di questo tipo di disturbi – spiega il dottor Demurtas – e per molte di loro tali problemi influiscono sulla qualità della vita e nei rapporti sociali. Siamo fra le poche strutture pubbliche in Sardegna a fornire questo tipo di servizio. Cominceremo a monitorare la salute delle pazienti già dopo il parto, attraverso la ‘perineal card‘, un questionario che mediante l’attribuzione di punteggi ci consentirà di valutare la presenza o meno di disturbi del pavimento pelvico, in modo da poter creare subito il programma riabilitativo“.

Per contrastare i disturbi delle donne sarà costruito un percorso a tappe: si partirà dal biofeedback, la presa di coscienza del problema, per proseguire con le elettrostimolazioni con sonde vaginali, la rieducazione vescicale, la chinesiterapia che consente il rinforzo muscolare del pavimento pelvico e l’esame urodinamico che permette agli operatori sanitari di avere maggiori chiarimenti sull’incontinenza, programmando la terapia.

“Nei casi più difficili e severi – prosegue il dottor Pietro Demurtas – possiamo anche fare dei piccoli interventi mini-invasivi, direttamente all’interno del nostro ospedale. I disturbi del pavimento pelvico hanno un impatto sociale decisamente importante, ma anche un impatto economico per lo Stato Italiano: i costi sono molto simili a quelli di malattie diffuse, come le cardiache. Ne sono colpite sette milioni di donne in Italia, di tutte le età e per questo stiamo procedendo ad informare anche i medici di medicina generale dell’esistenza di questa nuova possibilità di assistenza sanitaria nel territorio gallurese”.

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