Il paradiso dei rifiuti nell’arcipelago di La Maddalena? “Serve un coordinamento tra i Comuni”

Volontari e amministrazioni comunali lottano contri l’abbandono dei rifiuti.

Loro mostrano quella fila di sacchi neri come un trofeo. Decine e decine di volontari che, coordinati dalle associazioni ambientaliste, dalle amministrazioni comunali e dagli enti, si occupano delle pulizie delle spiagge con la stessa passione dei cercatori di pepite. Almeno due volte all’anno: prima dell’inizio della stagione e a fine estate. Da Arzachena a Palau, dall’arcipelago di La Maddalena a Santa Teresa. Raccolgono, rastrellano, tolgono tutto ciò che non fa parte del dna del mare e delle coste. Ma, purtroppo, come testimoniano le decine di foto arrivate in questi giorni, non basta.

E non è solo una questione di inciviltà o di incuria. “Il fenomeno del marine litter è uno dei problemi più attuali in tutto il mondo, verso il quale, al momento, le tante politiche di prevenzione, si stanno dimostrando insufficienti”, dice Giovanni Boetti, presidente dell’associazione Velapuliamo. Sardo di adozione, skipper di professione, da alcuni anni ha messo davanti a tutto l’amore per l’ambiente e sta conducendo una campagna di sensibilizzazione contro i rifiuti sulle coste.

Velapuliamo è una delle associazioni impegnate, ogni anno, nella pulizia delle spiagge. A fine maggio è stata in prima linea, ad esempio, ad Arzachena durante le giornate di Agendablu. Ed è stata recentemente al lavoro sull’isola di Santo Stefano. “I Comuni da soli possono fare poco – prosegue Boetti -. Occorre maggiore coordinamento tra gli enti, partendo dall’idea che solo con uno sforzo comune si possa arrivare alla soluzione del problema. Qui la colpa non è di nessuno, ma se non facciamo niente rischiamo di diventare complici”.

Secondo Boetti occorrerebbe predisporre un censimento di tutti i rifiuti esistenti. “Molti nemmeno si conoscono – precisa il presidente di Velapuliamo -, perchè si trovano in calette difficilmente accessibili da terra. Dopodichè sarebbe possibile quantificare l’impatto antropico e i fondi necessari per la pulizia dell’ambiente ogni anno. E, lo dico da grande appassionato delle nostre isole, le risorse che servirebbero sono molte meno di quelli che si possa pensare”.

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