Pazienti in attesa per ore e ambulanze in coda, caos al pronto soccorso di Olbia

La situazione denunciata dal consigliere regionale Li Gioi.

Quarantacinque pazienti in attesa, tre ambulanze in sosta nel piazzale e un solo medico in servizio. Sono queste le drammatiche condizioni in cui versa il pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia alle 22 di un sabato sera di settembre.

La denuncia.

“Ieri notte, in particolare – racconta il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Roberto Li Gioi, che ha effettuato un sopralluogo nella struttura per toccare con mano le problematiche denunciate da medici e utenti nei giorni scorsi – erano presenti 2 codici rossi, 25 pazienti con codice giallo, 9 con codice verde e i restanti in attesa di accesso al Triage. Chi appollaiato su sedie di fortuna, chi in piedi nonostante i traumi agli arti inferiori, chi su una barella in mezzo al corridoio, i pazienti attendevano di essere visitati dall’unica dottoressa in sala, che, è stata raggiunta dal primario della struttura, accorso a prestarle aiuto per poter superare queste condizioni di lavoro disumane che espongono i lavoratori ad un serio rischio burnout”.

La carenza di personale.

Attualmente, secondo il consigliere pentastellato, la pianta organica è ridotta a 13 medici per tutti i pronto soccorso della Gallura. Tre a Tempio, due a La Maddalena, e otto ad Olbia. Medici costretti a fare oltre tre turni notturni alla settimana in una zona in cui l’utenza in questi mesi estivi è più che triplicata. La carenza di personale riguarda anche gli infermieri, in numero talmente esiguo da impedire i ricoveri provenienti dal pronto soccorso, che diventa quindi il luogo in cui i pazienti vengono parcheggiati.

Una situazione esplosiva.

“Non solo la situazione del pronto soccorso è esplosiva: con i medici costretti a decidere in tempi record a chi dare le precedenza tra le decine di casi in attesa. Ma la carenza di personale medico e sanitario si estende a tutta la struttura con conseguenze gravissime. Non solo: anche l’Osservazione Breve Intensiva (OBI), tecnologia di eccellenza di cui dispone il reparto, non può essere utilizzata in quanto manca l’accreditamento a causa dell’assenza di personale idoneo. Tutto ciò è vergognoso – prosegue Li Gioi -. Ieri inoltre sono arrivati tre pazienti con sintomi Covid gravi che hanno naturalmente rallentato l’attività perché dovevano essere sottoposti a tampone nel container posizionato affianco al pronto soccorso, prima di essere trasferiti a Sassari“.

A questo quadro catastrofico, ragiona il consigliere, si aggiunge la cronica insufficienza di anestesisti, tanto più che i due specializzandi in Anestesia reclutati da Ats a inizio estate, essendo risultati vincitori di concorso in un’altra sede, hanno già lasciato Olbia da tempo e non sono stati sostituiti. Tutto ciò che è rimasto sono solo le promesse, ma è sufficiente fare un giro in corsia per notare le terrificanti condizioni in cui il personale è costretto a lavorare nella realtà.

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