La petizione di tre maestre contro la scuola a distanza che tocca anche la Gallura

Le petizione delle tre maestre.

Sono tre maestre di Torpè, Siniscola e Budoni. Si chiamano Giovanna Magrini, Lourdes Ledda e Daniela Marras e hanno lanciato una petizione online, sottoscritta già da centinaia di persone in pochi giorni, contro questa forma di didattica multimediale, che abbiamo imparato a conoscere in queste settimane.

“La scuola a distanza, non è per tutti – dicono -: è per i pochi che possiedono i mezzi e un adeguato supporto famigliare. Non raggiunge coloro che, anche tra i banchi, faticano a seguire. È un blando palliativo che consegna solo nozioni e dimentica le relazioni, non contemplando quanto di più educativo ci sia dentro una classe, tra i corridoi, in una palestra o in un cortile scolastico: il rapporto umano”.

Ovvero, tutto l’opposto di quello che hanno cercato d’insegnare, in questi anni, ai loro alunni. “Diciamo no alla didattica a distanza come impersonale sostituta di quella in presenza, nel processo d’insegnamento e apprendimento, no alla recentissima trovata della didattica mista (un po’ a in presenza, un po’ a distanza)”, affermano.

Le insegnanti affilano le unghie: “Davvero si vorrebbe far credere all’opinione pubblica che i mali della nostra scuola derivino dall’arretratezza tecnologica del corpo docente italiano? Davvero si vorrebbe far intendere che quei mali non siano, al contrario, le classi pollaio, la soppressione di migliaia di plessi in nome del fare economia?”.

Invece? “Invece, da decenni, noi insegnanti, e con noi i nostri alunni e figli, stiamo subendo supinamente questo sfacelo”, replicano. L’appello è chiaro: “Che la Scuola italiana non venga ridotta ad un “ufficio virtuale” dove le dinamiche affettive tra insegnanti, alunni e altro personale siano equiparate a semplici “atti formali” e “che si cominci a pensare di poter “utilizzare questa emergenza per invertire la rotta rispetto alle devastanti riforme subìte dalla scuola negli ultimi vent’anni e investire seriamente in essa”. 

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