L’Ats ha avviato un procedimento disciplinare.
Avevano denunciato la situazione emergenziale della sanità della Gallura nel consiglio comunale di Olbia lo scorso 14 luglio. Un’analisi dall’interno da parte dei medici sulla cronica mancanza di organico, soprattutto di figure specialistiche, che paralizza gli ospedali della Gallura. Parole che evidentemente non sono andate giù all’Ats, che ha avviato un procedimento disciplinare per i primari dell’ospedale Giovanni Paolo II.
Al momento sono 3 i medici coinvolti che dovranno presentarsi di fronte alla commissione disciplinare per rispondere del loro comportamento che, secondo l’Ats, viola alcune norme contrattuali. Parole coraggiose quelle dei primari che dopo il provvedimento dell’azienda stanno trovando ancor di più il consenso e la solidarietà della gente ma anche del mondo politico.
Un caso che arriverà sicuramente in Regione, il consigliere Pd Giuseppe Meloni infatti ha già annunciato che depositerà un’interrogazione urgente, indirizzata al presidente della Regione e all’assessore della Sanità, con lo scopo di “avere notizie dettagliate in merito e per chiedere, o meglio pretendere, che questi metodi da regime totalitario non vengano utilizzati”.
“Anziché lavorare per porre rimedio alla situazione disastrosa in cui versa la sanità sarda, e nello specifico gallurese – commenta il consigliere Meloni – l’Ats non trova di meglio da fare che convocare in serie, davanti alla commissione disciplinare, i medici (in particolare i primari) che hanno osato denunciare pubblicamente le assurde condizioni nelle quali si trovano costretti a lavorare, o meglio a non lavorare più, negli ospedali della Gallura”.
“Questo fatto è gravissimo e lo è ancor di più in quanto questi signori sono recidivi – continua Meloni – . Ricordo bene, infatti, come anche in piena emergenza coronavirus gli stessi timonieri della sanità sarda abbiano tentato di mettere il bavaglio al personale sanitario, in particolare dell’area ospedaliera di Sassari, allora epicentro di un serissimo focolaio da covid-19, che denunciava pubblicamente tutte le inefficienze che stava incontrando e che si ripercuotevano in modo molto pericoloso verso se stesso e verso pazienti e utenti”.
“Pieno sostegno e solidarietà a tutti quei medici coraggiosi che rendono un doppio servizio alla collettività, sia in termini di assistenza che di informazione”, conclude l’esponente Pd.