Maxi organizzazione in Sardegna.
Gestivano un’organizzazione che, partendo da Sassari, si diramava in tutta Italia e che aveva come centro dei suoi affari lo sfruttamento della prostituzione. E per obbligare le ragazze a vendersi sulla strada le tenevano soggiogate psicologicamente con riti voodoo e le costringevano in tutti i modi a restituire ai loro carnefici almeno 30mila euro. Soldi che avrebbero dovuto dare indietro all’organizzazione per le spese di viaggio anticipate per farle venire in Italia. Anche i familiari delle ragazze venivano minacciati di morte, a garanzia che tutto filasse liscio secondo i loro piani.
Sono tutte giovanissime e della Nigeria le ragazze che erano finite nelle mani di un’organizzazione gestita da alcuni loro connazionali, smantellata grazie ad un’operazione portata avanti tra Sassari, Vercelli e Udine e coordinata dai carabinieri di Porto Torres.
I militari hanno così eseguito undici fermi emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari con l’accusa di tratta di persone, prostituzione minorile, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, violenza sessuale, estorsione, ricettazione, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, minacce e violenza privata.
L’organizzazione era attiva in tutto il territorio nazionale, ma la sede operativa era nel centro storico di Sassari. I militari ha ricostruito anche le rotte percorse da alcune delle vittime della prostituzione e hanno scoperto che venivano fatte arrivare in Italia con la promessa di un lavoro sicuro. Le visite mediche sulle ragazze hanno accertato anche che una delle minorenni era stata stuprata, mentre un’altra era rimasta incinta e fatta abortire.