La Gallura punta sui saldi tra moda, eventi e turismo

Al via i saldi in Gallura.

Prenderanno ufficialmente il via oggi 5 luglio i saldi estivi in Sardegna e in Gallura, portando con sé settimane di promozioni attese dai consumatori e vitali per il commercio al dettaglio. Come previsto dalla normativa regionale, le vendite dureranno 60 giorni. Sono state precedute dal divieto di promozioni nei 40 giorni precedenti per tutelare trasparenza e concorrenza leale. La stagione dei saldi è regolata dalla Legge Regionale, che disciplina le vendite straordinarie, promozionali e di liquidazione. Obiettivo: offrire un quadro normativo chiaro a tutela sia degli esercenti sia dei clienti.

Secondo le stime di Confcommercio Sud Sardegna, quest’anno ogni famiglia sarda spenderà in media 157 euro (154 euro nel 2024), pari a 75 euro pro capite (70 euro nella scorsa stagione), generando un valore economico, localizzato nella sola Gallura, di circa 11 milioni di euro. “Dati in leggera crescita, in considerazione della diminuzione dell’inflazione e del conseguente maggior potere d’acquisto”, afferma il direttore di Confcommercio Sud Sardegna Giuseppe Scura.

In Gallura, si prevede che i saldi estivi rappresenteranno anche un’opportunità per i turisti, che potranno approfittare delle promozioni durante le loro vacanze sull’isola. Lo conferma Pasquale Ambrosio, dirigente della Federazione Moda Italia ed ex presidente Confcommercio: “Le previsioni per i saldi estivi in Gallura sono moderatamente ottimistiche. L’inflazione continua a pesare, ma i flussi turistici attesi – specialmente a luglio e agosto – lasciano ben sperare. Olbia, con la sua vocazione turistica, potrà beneficiare di una domanda stagionale importante, specie nel settore moda”. Ambrosio sottolinea come i consumatori si stiano dimostrando più attenti e selettivi, alla ricerca di qualità e valore reale. “Non si rinuncia all’acquisto, ma si cerca il “senso” dell’acquisto. Ai commercianti consigliamo promozioni chiare, comunicazione efficace e un servizio personalizzato: oggi raccontare il prodotto e offrire un’esperienza conta più della percentuale di sconto”.

Per affrontare la concorrenza dell’e-commerce, molti negozi stanno adottando un approccio omnicanale, tra promozioni sui social, contatto diretto con i clienti fidelizzati e una rinnovata attenzione all’esperienza d’acquisto. “Si vince nella relazione umana. E ci sono iniziative locali per incentivare la presenza nei negozi fisici: aperture serali, eventi condivisi, sinergie con l’intrattenimento. È così che si riportano vita e acquisti nei centri storici”. Tuttavia, le sfide non mancano. “L’incertezza resta la criticità maggiore: costi aziendali, flussi turistici variabili, trasporti imprevedibili. Per questo serve pianificazione, assortimento curato, formazione del personale. Agli acquirenti, diciamo: valorizzate i negozi di prossimità. Ogni acquisto locale ha un impatto concreto sul territorio”.

Ambrosio lancia anche una riflessione sulla struttura stessa dei saldi: “Il saldo come lo conosciamo oggi ha perso significato. Il commercio è cambiato. Serve un modello più flessibile, che permetta a ogni attività di gestire le proprie vendite in base al contesto. Un negozio in una zona turistica non può seguire le stesse dinamiche di un’attività urbana. Il commercio deve essere riconosciuto come parte integrante della filiera turistica, al pari di strutture ricettive e ristorazione”.

Le regole fondamentali dei saldi.

In occasione dei saldi, Confcommercio e Federmoda Italia ricordano alcune norme chiave per acquisti consapevoli: cambi obbligatori in caso di difetti, obbligo di accettare carte e strumenti digitali per i pagamenti, indicare il prezzo originario, lo sconto e il prezzo finale. I prodotti in saldo devono essere stagionali o soggetti a deprezzamento.

Un po’ di storia: dal 1939 all’e-commerce.

Il termine “saldi” deriva da “saldo contabile” ossia dal concetto di “far coincidere la differenza tra le entrate e le uscite del commerciante”. Le prime normative risalgono al 1939, con le vendite straordinarie regolamentate per contrastare il deprezzamento stagionale. Nel 1980 fu fissata una durata di quattro settimane, poi estesa nel 1998, quando le Regioni ottennero autonomia sulle date d’inizio. In Sardegna, i 40 giorni di divieto promozionale prima dei saldi restano uno degli strumenti di maggiore garanzia per evitare concorrenza sleale.

I saldi estivi 2025 si profilano come un banco di prova per il commercio sardo, in particolare nelle aree a forte vocazione turistica come la Gallura. La sfida sarà non solo attrarre i clienti con sconti, ma offrire valore, accoglienza e un racconto autentico del prodotto. Come sottolinea Ambrosio, il futuro del commercio passa anche dalla sua integrazione nella più ampia offerta turistica dell’isola. E i saldi estivi, oggi più che mai, sono parte di quel racconto.

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