Da Olbia e dalla Gallura nel cuore dell’ermergenza del coronavirus: “Sembra di vivere in un incubo”

Il racconto di chi a Milano e vicino alla zona rossa.

Sono tanti gli studenti e i lavoratori che da Olbia e la Gallura si trovano, in questi giorni, nel cuore dell’emergenza di coronavirus. In Lombardia, come in Veneto ed in Piemonte. Tutti uniti dalla paura e dall’incertezza delle ordinanze emesse dalle Regioni e dalle raccomandazioni inviate dal Ministero della Sanità.

Scuole e università chiuse. Manifestazioni e feste di carnevale annullate. Richiesta di precauzioni e igienizzazioni continue per i bus e i treni. “Il collegio universitario di Milano sta chiudendo per due settimane e noi siamo stati invitati a partire già da sabato. Torneremo in Sardegna prendendo la nave da Genova per Olbia”, racconta Miriam, studentessa 20enne di Olbia, che frequenta l’ateneo nel capoluogo lombardo.

“Siamo molto in ansia perché il virus ha un periodo di incubazione asintomatico tra i dieci e i venti giorni e abbiamo paura sia per noi stessi, sia per i nostri cari in Sardegna. Anche perché in Sardegna non è previsto nessun dispositivo di quarantena se non in presenza di sintomi”, confessa Antonio, 20 anni, di Tempio che studia giurisprudenza alla Cattolica di Milano.

Anche riuscire a trovare un biglietto per tornare a casa, in queste ore, sembra un problema. Tra la chiusura dell’aeroporto di Olbia per lavori, la liquidazione di AirItaly, i voli verso la Sardegna sono diminuiti e sono stati tutti presi d’assalto. “Non si trovano biglietti per tutta la settimana. Noi con la chiusura dei collegi non potevamo aspettare ancora e abbiamo dovuto prenotare il rientro per nave”, prosegue Miriam.

Stessa sorte a Torino. “Anche da noi il collegio universitario è stato chiuso e ci hanno invitato ad andare via. Sto cercando il modo di tornare in Sardegna con la nave”, dice Giovanni, 20enne anche lui, che studia ingegneria al Politecnico di Torino.

Una 35enne di Oschiri, con una figlia di 3 anni, vive a Piacenza, a 15 chilometri dalla zona rossa. “Mi sembra di vivere in un incubo – riferisce Francesca -. Qui la gente sembra impazzita. I negozi sono presi d’assalto. Ci hanno detto di evitare i centri commerciali e di uscire il meno possibile. Dovevano venire i miei genitori, in questi giorni, a trovarci, ma hanno dovuto disdire”. 

Poi c’è chi è partito dalla Gallura per un concorso e mentre si trovava sull’autobus diretto a Taranto, dopo la traversata in nave, ha ricevuto un messaggio che il concorso è stato annullato, come Diego di 19 anni. E chi da ieri vive tappato in casa. Si trova a Milano anche Pasquina, 59 anni, di Santa Teresa. “La situazione è surreale. Non c’è amuchina nei negozi. Le chiese sono vuote e i bar tirano giù le serrande alle 18. Mi sembra tanto un allarmismo ingiustificato”, dice.

(hanno collaborato Mirko Muzzu, Giovanna Biddau e Annalisa Giorgioni)

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