Cambia il Reddito di Cittadinanza.
Nell’Isola, nel mese di agosto 2021, circa 52.841 nuclei familiari hanno beneficiato del Reddito di Cittadinanza. A fornire questi dati è l’osservatorio dell’Inps. In provincia di Sassari, invece, sono 12.510 famiglie che hanno ricevuto il sussidio, mentre per la Gallura si è trattato di 3.595 famiglie.
Nel corso dell’anno 2021, tra gennaio e agosto, 8.203 famiglie in Sardegna hanno visto decadere il diritto al Rdc, mentre per 1.098 nuclei è stato revocato. Il reddito di cittadinanza, in queste ore, è al centro di una discussione accesa al Governo Draghi, su una possibile modifica, con il centrodestra che ne chiede l’abolizione e la necessità di trovare un compromesso.
Tra le varie priorità è previsto un rifinanziamento di 200 milioni di euro, con l’introduzione di novità, da gennaio 2022. L’intervento del Governo verte sul potenziamento dei centri per l’impiego per inserire nel mercato del lavoro i beneficiari e sull’inasprimento delle clausole che impediscono di avere accesso al sussidio, come le condanne penali o la mancanza di cittadinanza continuativa. Tra le ipotesi un assegno che scalerà dopo un determinato lasso di tempo per scoraggiare chi cerca di accedere all’assegno come alternativa a un’occupazione e incentivarli a cercare lavoro.
Il commento della Cisl Gallura.
Con questa nuova riforma, migliaia di famiglie in Sardegna e in Gallura potrebbero subire una modifica del loro Reddito di Cittadinanza. “Il Rdc è sicuramente da considerarsi una misura – dichiara il segretario della Cisl Gallura, Mirko Idili -, in un momento storico come questo che stiamo vivendo di profonda crisi, molto utile di contrasto alla povertà crescenti nelle nostre comunità. Purtroppo ritengo che ha fallito sui temi del lavoro perché è necessario completare l’aspetto che riguarda le politiche attive del lavoro ed anche implementare gli organici dei centri per l’impiego. E’ fondamentale agire con determinazione sulla leva della formazione come strumento di politiche attive, in quanto oggi diventa sempre più difficile ricollocare nel mercato del lavoro locale lavoratori non più adeguatamente competenti sulle nuove professionalità esistenti. Il Rdc è utile ma penso che non bisogna attuare solo politiche passive, ma anche e sopratutto investire sulle politiche attive con la formazione continua”.






