Il Vermentino di Gallura rivede la luce dopo le gelate e la pandemia. Turismo e ricerca per aiutare la ripartenza

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Il Vermentino di Gallura.

Il settore del vino è uno dei tanti che ha sofferto durante la pandemia, a causa della chiusura della filiera della ristorazione e ricettiva per contrastare l’aumento dei contagi. Ora, più che mai, sembra vedersi una luce in fondo al tunnel.

Un miglioramento che ora fa ben sperare le numerose cantine del Vermentino Docg di Gallura. “All’inizio è stato difficile – racconta la presidente del Consorzio a tutela del Vermentino di Gallura Docg, Daniela Pinna -, poi c’è stata una riorganizzazione e si sono aperti nuovi mercati, puntando alla grande distribuzione. Questa hanno voluto puntare sulla qualità del prodotto e hanno incrementato le loro etichette, quindi si è sopperito, in un certo senso, alla chiusura del settore ricettivo”.

“Le gelate non ha colpito tutti anche se c’è stato un 50% di calo di produzione in alcune zone collinari come Enas e Monti – dice -, fortunatamente sono stati colpiti i germogli aperti, quindi c’è stato un ritardo però le piante hanno ripreso a germogliare”.

La filiera riparte.

La ripartenza del settore della ristorazione e ricettivo può dare una grande mano anche al Vermentino. “La ripresa c’è e anche i lavorati di Horeca sono motivati a ripartire grazie alle riaperture e l’allentamento delle restrizioni – aggiunge la presidente Pinna – . Allungare la stagione potrebbe essere una strategia per incrementare il mercato e puntare sul turismo tutto l’anno. Siamo l’unica Docg in Sardegna, quindi è importante puntare ad accogliere tutto l’anno i visitatori, perché non c’è solo il mare. Questo va abbinato a politiche che possano destagionalizzare il turismo, puntando anche a migliorare i trasporti. Il turismo enologico c’è”.

Le cantine cominciano a riempirsi.

Buone notizie anche dalle cantine che iniziano a riempirsi, anche se pesa il ritardo nella partenza della stagione. “La gente sta cominciando a venire – aggiunge – e le cantine stanno riempiendo i tavoli – dichiara – anche se siamo partiti ovviamente in ritardo considerando che prima dalla pandemia cominciavamo già da marzo”.

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