Olbia, confronto in Aula con la Regione sul caos della Sanità in Gallura

Consiglio comunale a Olbia sul tema della sanità.

Vietato ammalarsi in Gallura. Ieri al Consiglio comunale di Olbia si è tenuto un confronto con la Regione e si è parlato della drammatica situazione sanitaria, dove è impossibile garantire un servizio a causa della grave carenza del personale sanitario, soprattutto nei mesi estivi.

Turni massacranti per il personale ospedaliero del pronto soccorso di Olbia, che questa estate ha dovuto fare i conti anche con l’aumento del flusso turistico e il poco personale ad affrontare tante emergenze. “Un vero e proprio ospedale di guerra, dove i medici e gli infermieri sono in trincea, costretti a fare anche 15 notti al mese – dichiara il consigliere del M5S, Roberto Li Gioi – Varie sono le denunce e gli atti che ho presentato in consiglio regionale sulla sanità in Gallura, comprese alcune ispezioni effettuate al Giovanni Paolo II e altri ospedali della Gallura con il consigliere Giuseppe Meloni. Il quadro è devastante, gli ospedali sono diventati scatole vuote, dove i reparti stanno chiudendo uno dietro l’altro. Stessa situazione anche nelle guardie mediche e turistiche”.

Pronto soccorso di Olbia allo stremo, a causa della carenza del personale, ma anche della chiusura delle guardie mediche turistiche territoriali. Così i turisti si rivolgono al Giovanni Paolo II anche per situazioni meno gravi, che non richiedono l’intervento del pronto soccorso. Situazione gravissima anche negli altri due presidi, il Paolo Merlo di La Maddalena e l’ospedale Paolo Dettori di Tempio Pausania.

Gli esponenti politici della Gallura denunciano l’immobilismo della Regione. “Siamo in ritardo – dice Roberto Ragnedda, presidente della Conferenza territoriale socio sanitaria della Assl di Olbia -, perché purtroppo e lo dico con tristezza che non ci sarà alcuna reazione. Se siamo due anni che invochiamo interventi importanti e contingenti, non strutturali, per lo meno per aprire le guardie turistiche e non aprono già il terzo anno, cosa pensiamo che facciano in venti giorni? La stagione ormai è finita. Quindi, se le iniziative ad oggi non sono state fatte, dobbiamo fare è pregare come abbiamo fatto in tre anni ed è stato un miracolo che non sono successe cose gravissime”.

“Siamo ben a conoscenza dei problemi che affliggono la nostra sanità che sono ben comuni in tuta Italia – dichiara Salvatore Deidda, parlamentare Fratelli d’Italia -. Purtroppo trasversalmente si è sbagliata la programmazione del fabbisogno dei medici e personale sanitario e che dovremmo mettere mano il numero chiuso il problema delle scuole di specializzazione e apprezzo i toni pacati di chi dice che dobbiamo fare fronte comune per avanzare richieste meno di chi oggi si dimentica che è anche rappresentato da un Ministero della Salute. Per l’ospedale di La Maddalena abbiamo chiesto l’utilizzo anche per le guardie mediche del personale militare sanitario, sono 400 in servizio fino al 31 dicembre, in servizio presso l’esercito. Ci sono stati degli accordi nazionali alla Spezia e Messina e abbiamo chiesto che siano aperte anche a La Maddalena e altre località turistiche, manca una risposta”.

Assente al Consiglio comunale di Olbia l’assessore alla Sanità della Regione e Consiglio comunale che diventa rovente, con il sindaco di Olbia Settimo Nizzi, che è intervenuto in modo colorito contro il consigliere regionale Giovanni Satta (Psd’az).

Si discute sulla soluzione di eliminare il numero chiuso nelle università sarde, mentre tanti rappresentanti politici indicano il Mater Olbia come unica salvezza per la città, la cui eccellenza dovrebbe continuare a essere difesa. “Sul Mater Olbia non mi nascondo, vorrei che si mantenesse lo stesso spirito unitario che sulla sanità ci ha contraddistinto e ci ha permesso all’apertura della struttura – dichiara il consigliere regionale Giuseppe Meloni (PD) -. Non dimentichiamo che la politica così compatta nel nostro territorio ha permesso nel 2017 il matrimonio tra il Qatar e il Gemelli. Questo matrimonio oggi è messo in discussione. io sono convinto che bisogna insistere per fare in modo che continui, perché se non dovesse continuare e questo dovesse diventare un policlinico olbiese alla stregua di quello sassarese governato dall’Università di Sassari, io penso che per il Mater sarebbe la fine e tutte le battaglie che abbiamo fatto nel territorio sarebbero vane. Il Mater Olbia deve integrarsi con la sanità pubblica e diventare quell’ospedale di eccellenza che abbiamo sempre atteso”.

“I problemi che abbiamo nella sanità sono endemici ma vengono da lontano – dice l’assessore agli Enti Locali, Quirico Sanna -. E’ vero che dobbiamo darci una mossa, ma in Sardegna è vero che paghiamo la sanità con le spese ma le decisioni non vengono solo da noi, ma ci impongono le leggi nazionali e dei canoni La Maddalena e Tempio non possono rimanere. Mancano medici, persone fisiche. quindi sposo in pieno quella proposta del collega Biancareddu, perché in una situazione di emergenza abbiamo chiesto al ministero di togliere la deroga del numero chiuso per rispondere a una domanda: cerchiamo medici e non ci sono medici. In un contesto globale i medici si cercano dove ci sono. Abbiamo fatto i concorsi, medici che hanno vinto il concorso dall’Asl una volta che hanno scoperto di andare a La Maddalena e a Tempio hanno rifiutato l’offerta”.

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