Scoperti dalla finanza 69 furbetti del reddito di cittadinanza

Le indagini della Guardia di finanza sul reddito di cittadinanza.

Nell’ambito delle attività operative finalizzate alla tutela della spesa pubblica, i finanzieri del Comando Provinciale Cagliari hanno sottoposto a verifica, negli ultimi mesi, molti soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza.

La base di partenza per i controlli in materia di reddito di cittadinanza è stato lo sviluppo delle diverse informazioni acquisite quotidianamente a seguito sia dell’attività di controllo economico e finanziario del territorio che delle risultanze delle diverse attività di servizio, nonché anche grazie alla stretta sinergia ed allo scambio informativo con l’Inps.

Gli esiti dei controlli hanno consentito la rilevazione di 69 posizioni irregolari dislocate su tutto il territorio della provincia (Cagliari, Quartu S. Elena, Siliqua, Samassi, Capoterra, Carbonia, Gonnesa, Villamar, Iglesias, Muravera ed Ussaramanna), con conseguente indebita percezione del reddito di cittadinanza, poiché i soggetti in argomento sono risultati essere privi dei requisiti necessari previsti dalla normativa vigente.

Diverse e particolari le irregolarità.

In due circostanze, la causa della illegittima fruizione del beneficio è stata rappresentata dalla mancanza del requisito della cittadinanza: difatti la specifica norma prevede che il richiedente il particolare sussidio debba essere residente in Italia da almeno 10 anni e che lo sia continuativamente negli ultimi due anni.

In 11 casi, invece, l’irregolarità è stata legata all’omissione, nella dichiarazione sostitutiva unica, di informazioni reddituali rilevanti come redditi percepiti e disponibilità immobiliari: se correttamente indicate, avrebbero posto i richiedenti al di fuori dei limiti previsti per l’ammissione come beneficiari del reddito di cittadinanza.

In un’altra occasione, il percettore del beneficio non ha indicato la detenzione di un suo convivente, circostanza, questa, che, se dichiarata, avrebbe diminuito automaticamente il coefficiente di calcolo per l’accesso alla forma di welfare, determinando, di fatto, la non sussistenza delle condizioni legittimanti.

Irregolarità anche tra alcuni ospiti delle Rsa.

In particolare, 24 soggetti hanno omesso di indicare nella domanda di accesso al reddito di cittadinanza la circostanza relativa alla permanenza presso la struttura: di questi, 14 hanno omesso l’indicazione del ricovero di un appartenente al proprio nucleo familiare, 1 è risultato essere il tutore del ricoverato mentre i restanti 9 percettori sono risultati essi stessi residenti delle strutture.

Altre 23 posizioni hanno riguardato invece soggetti che hanno omesso di comunicare, a seguito di approvazione della domanda, l’intervenuto soggiorno presso una struttura residenziale: 15 soggetti non hanno comunicato la variazione riguardo un appartenente al proprio nucleo familiare, mentre gli altri 8 erano gli stessi ospiti della struttura.

In ultimo, sono state rilevate 5 posizioni di soggetti che erano fattivamente coniugati, ma avevano omesso di indicarlo nella DSU, risultando, quindi, componenti unici del proprio nucleo familiare e rientrando, con i rispettivi parametri, nei limiti per la concessione del reddito di cittadinanza.

Le 69 irregolarità accertate hanno portato alla denuncia dei responsabili alla locale Autorità Giudiziaria oltre alla segnalazione all’INPS per la sospensione del beneficio e la restituzione delle somme indebitamente percepite, ammontanti, complessivamente, a 476.800 euro.

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