Nelle scuole di Olbia e Gallura 9 su 10 studiano religione

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Gli studenti che studiano religione in Gallura.

Il dato generale della Diocesi di Tempio-Ampurias sugli avvalentesi dell’ora di religione cattolica nell’anno scolastico appena trascorso evidenzia complessivamente un eccellente interesse degli studenti e delle famiglie per gli specifici contenuti curriculari offerti dalla materia, con una percentuale complessiva di adesione che raggiunge il 90,02%. Un indice di partecipazione che riflette un’ampia accettazione e valutazione positiva della disciplina che si inserisce nell’offerta formativa della scuola.

Esaminando le cifre per livello scolastico, emerge nel dettaglio un quadro di coerenza e continuità nell’interesse dimostrato dagli studenti e dalle famiglie. Nelle prime fasi dell’educazione, durante l’infanzia, si registra una percentuale del 93,71% di adesione, un dato che testimonia l’attrattiva di questi insegnamenti fin dai primi anni di formazione. Una tendenza che viene ulteriormente confermata nella scuola primaria, dove la percentuale aumenta leggermente al 94,16%. Proseguendo nel percorso educativo, gli studenti mantengono un elevato livello di interesse. Nella scuola secondaria di primo grado, la partecipazione si attesta al 91,21%, mentre nelle fasi successive, nella scuola secondaria di secondo grado, l’interesse rimane significativo, però in leggera flessione con l’84,47% degli avvalentisi.

“L’insegnamento della religione cattolica nel panorama scolastico italiano e anche quello ecclesiale – spiega don Gianni Satta, direttore dell’Ufficio scolastico diocesano – ha una sua unicità. Infatti, mentre per lo Stato è una disciplina come le altre, obbligatoria, per gli studenti e le famiglie, invece, va scelta. Dunque, positivamente, c’è la soddisfazione della bontà dell’impegno e il suo riconoscimento pubblico. Il quale, però, non permette mai di essere definitivo ma costantemente all’altezza e sotto osservazione. Senza permettersi nessun appagamento né rilassamento. L’ insegnante di religione infatti – conclude don Gianni Satta – è portatore di un mondo, di una vita. Tale da far pensare e dire all’alunno anche in una proposta educativa umana e intellettuale: ma lei (rivolto all’insegnante di religione) ci crede? Per dire che insegnamento e insegnante hanno una profonda relazione”.

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