Spiagge vietate ai disabili, l’amara estate di chi è meno fortunato tra servizi mancanti e personale non addestrato

Le denuncia della segretaria del PSd’Az Silvia Fancello.

Spiagge vietate ai disabili. Con l’arrivo delle vacanze si pone il problema delle barriere architettoniche nei litorali e dei servizi a disposizione delle persone con disfunzionalità motorie. Eppure, “il refrigerio e i benefici del mare sono invece negati a chi è impossibilitato a muoversi o deve comunque essere accompagnato”, denuncia la segretaria del PSd’Az Silvia Lidia Fancello. “Fatta salva “Villa Chiara” che è comunque un Istituto, le associazioni che si occupano di disabilità in città operano in solitudine e quando riescono a organizzare una giornata in spiaggia dedicata ai disabili, diventa quasi un evento”, la denuncia dell’esponente politico.

“L’ambizioso sogno delle associazioni di volontariato e delle singole famiglie è di arrivare ad una piena fruizione del sistema balneare, dal momento in cui il disabile esce da casa al momento in cui arriva i spiaggia, tutto in autonomia – spiega ancora Fancello -. Dunque con fermate atte alla sosta di carrozzine, autobus dotati di passerelle e operatori a bordo, percorsi protetti fino alla spiaggia e infine il grande sogno: un arenile veramente attrezzato per accogliere i portatori di disabilità in tutto comfort e non solo coloro in carrozzina, perché le disabilità hanno molte forme. Gazebo, personale addestrato, attrezzature per la deambulazione su sabbia e natanti adatti per un confortevole bagno in tutta sicurezza. Tutto questo è già realtà, per esempio nella riviera romagnola, qui invece pare lettera morta”.

Certo, aggiunge la segretaria del PSd’Az, “è possibile che il problema non venga affrontato da amministratori e operatori turistici perché considerato solo una spesa e non un investimento, ma le cifre stimate nell’ultimo Forum sui servizi turistici ai disabili promosso dall’associazione “Sensibilmente”, forniteci dalla presidente Veronica Asara, ci dicono cose diverse: un mercato da 780 miliardi di euro in tutto il mondo che potrebbe valerne 28 solo in Italia. Quale occasione migliore per la Sardegna e per Olbia cimentarsi in questa nuova impresa? Auspichiamo dunque che il nuovo PUL comunale in via di perfezionamento, non si limiti a prevedere solo passerelle e orribili cessi chimici, ma che si sostanzi di una filosofia nuova che vada all’insegna di una totale accoglienza e benessere dei nostri nostri concittadini più deboli”.

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