Allarme siccità in Gallura, al Liscia 20 milioni di metri cubi di acqua in meno

La siccità allarma la Gallura.

La siccità mette in allarme la Gallura. Nel 2024 nella diga del Liscia ci sono venti milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto allo scorso anno. Dal semaforo verde è passato al semaforo giallo nel bollettino pubblicato mensilmente dall’autorità di bacino. La causa è la scarsità di piogge a novembre che ha alzato ulteriormente l’asticella dell’attenzione del Consorzio di Bonifica della Gallura da sempre impegnato nel garantire e preservare al meglio le quantità d’acqua trattenute grazie alla diga del Liscia, ma anche in una ampia attività di progettazione e proposta per il recupero di ulteriore risorsa idrica.

“Sapevamo che questa situazione si sarebbe potuta presentare vista la perdurante siccità, ma non ci facciamo cogliere certo impreparati dal momento che la base consortile con il direttivo e gli uffici sono ben consapevoli della importanza di ulteriori e a questo punto non più procrastinabili interventi”. È il commento del presidente Marco Marrone che aggiunge.

“Bisogna partire dal principio, ricordando che l’invaso del Liscia è stato costruito per fini irrigui, quindi per servire l’agricoltura. Infatti fu finanziato interamente dall’allora Ministero dell’Agricoltura e portato al collaudo definitivo (una delle pochissime in Europa) da parte del Consorzio di Bonifica della Gallura che lo ha gestito direttamente fino al 2009. Oggi la Diga del Liscia, garantisce gli usi plurimi dei comparti civile, irriguo ed industriale del territorio e non può oltre”.

“Infatti – prosegue il direttore generale del Consorzio  Giosuè Brundu – a causa dei cambiamenti climatici e delle siccità che hanno colpito il territorio della Gallura, nonché del deficit infrastrutturale (mancanza di opere idrauliche adeguate), il comparto irriguo da oltre 20 anni, utilizza la risorsa fornitagli dal Consorzio di Bonifica della Gallura, e lo fa, con il rispetto di turnazioni infrasettimanali tra i diversi distretti irrigui di Olbia ed Arzachena. Quindi, si irriga tre volte la settimana e mai di domenica. La diga del Liscia grazie a questo importantissimo lavoro di prevenzione e di razionamento nel solo comparto irriguo, dispone di adeguate risorse per una programmazione almeno biennale della risorsa idrica per i soli utilizzi oggi necessari e consentiti per il territorio. I dati dell’invaso però evidenziano rispetto alle disponibilità del mese di ottobre 2023, un meno 20 milioni di metri cubi. Ciò dimostra che il problema siccità ha colpito e sta colpendo anche la Gallura.  Essendo l’unico invaso presente, da tempo, lo stesso territorio, è stato oggetto di studi da parte del Consorzio di Bonifica della Gallura per individuare opere ed interventi capaci di recuperare importante risorsa, oggi, quanto mai preziosa, che viene lasciata andare a mare”.

Il piano.

Il Consorzio ha infatti avanzato un piano di recupero idrico che prevede interventi infrastrutturali volti a incrementare la disponibilità d’acqua fino a 47 milioni di metri cubi. Gli interventi principali includono:

  • 14 milioni di metri cubi dal recupero della soglia sfiorante in località Monte Tova;
  • 5 milioni di metri cubi dalla traversa sul Rio Castagna;
  • 16 milioni di metri cubi dall’invaso del San Simone;
  • 12 milioni di metri cubi dal riutilizzo dei reflui trattati negli impianti di depurazione di Santa Teresa di Gallura, Tempio, Palau, Golfo Aranci e Loiri.

Questi progetti, secondo Marrone e il direttore generale del Consorzio, Giosuè Brundu, mirano a colmare il deficit infrastrutturale idrico della Gallura. L’auspicio è che la Regione prenda in carico la questione, autorizzando la realizzazione delle opere ormai non più rinviabili.

Condividi l'articolo