Il fatto sarebbe accaduto all’aeroporto di Olbia.
“Ho una protesi al ginocchio e mi hanno portato in una stanza all’aeroporto di Olbia, dove mi hanno fatto spogliare, perché suonava il metal detector”. È il racconto di un 71enne disabile, Francesco Ramini, che in partenza il 29 ottobre dal Costa Smeralda, il quale ha aggiunto che si è sentito umiliato da quel controllo da parte degli addetti di sicurezza.
L’uomo, di Bolzano, racconta che dal 2015 ha una protesi totale al ginocchio destro, ma che questo non lo ha mai limitato nei suoi spostamenti aerei in tutto il mondo. Così ha riferito di essere stato vittima di una situazione “al limite dell’umiliazione”.
E racconta che, sistemato il bagaglio a mano sul nastro per il controllo, ha avvisato agli addetti di avere una protesi alla gamba. ”Lo stesso mi rispondeva di dirlo al collega all’arco aggiungendo che intanto avrei dovuto spogliarmi – spiega il 71enne -. Sinceramente ho preso la cosa come una battuta visto l’aspetto ed il modo del parlare dell’addetto che dava l’impressione di un bonaccione. Per prima cosa il secondo vigilante, persona giovane e dall’aspetto inquadrato, mi faceva togliere le scarpe rimanendo già meravigliato perché tale richiesta era diretta solo a me mentre altri passeggeri passavano normalmente pur suonando il metal detector”.
Una situazione che considera strana poiché Francesco, che è un viaggiatore, ha raccontato che in 20 anni è entrato in più di 100 aeroporti. “Mi era capitato solo a Rio de Janeiro e al Cairo (di togliere le scarpe ndr.) ma riguardava tutti i passeggeri. – prosegue -. In ogni caso accettavo il categorico invito e mi toglievo le scarpe. Ovviamente al passaggio suonava e mi disponevo al solito controllo manuale, braccia e gambe aperte”.
Il controllo però non è finito qua, poiché il 71enne disabile ha raccontato di non essere stato creduto e di aver dovuto seguire in una stanza le due guardie per far vedere la cicatrice. ”Poi mi è stato detto di aspettare ancora ed il più giovane si è assentato tornando dopo un po’ con un altro strumento con il quale ha ricontrollato e, mi sembra, fotografato il ginocchio – aggiunge -. Al termine, lasciato solo nello sgabuzzino, mi sono arrangiato a vestirmi e sono uscito sotto lo sguardo dei presenti, quasi sembrassi o fossi un delinquente“.
Questo episodio ha lasciato anche sorpreso il viaggiatore, che si è sentito umiliato come passeggero disabile. ”Comprendo e la sicurezza sia attenta, ma mai e poi mai in tutti gli aeroporti del mondo e soprattutto dove più alti sono i rischi come in USA o dove più è forte la presenza militare come in Africa e Asia, mi è captato un controllo simile – dice il 71enne -. O al “inernational Airport” di Olbia sono maestri della sicurezza più che New York, San Paulo, Bangkok, Tokio, Città del Capo ecc.? L’ho presa con filosofia e meraviglia, quasi sul ridere ma una persona con più e seria invalidità, come si sentirebbe. Ma quando trovi il viaggiatore che subito avvisa, ha in mano anche la tessera rilasciata dall’ospedale, non risulta al controllo manuale aver nulla se non la protesi, che serve umiliare così una persona?”.