Lo sciopero dei balneari non conquista Olbia e la Gallura, al mare gli ombrelloni restano aperti

Lo sciopero dei balneari in Gallura e a Olbia.

In molte parti d’Italia gli ombrelloni in spiaggia non hanno aperto per 2 ore contro la direttiva Bolkestein dell’Ue, per contestare il governo la possibilità di mettere a gara le concessioni balneari, che dovrebbero scadere alla fine del 2024. In Gallura non ci sono state molte adesioni, per non bloccare la stagione nel mese più caldo, con il no di altre sigle, come Federbalneari Sardegna.

Lo sciopero nazionale è stato indetto da Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti e ha creato delle divisioni tra i sindacati. Così è successo anche in Sardegna, dove c’è stata qualche partecipazione in altre località, un migliaio, e non c’è stata l’adesione di altri sindacati, che definiscono lo sciopero come un’iniziativa spot, seppur siano contro la direttiva Ue.

Federbalneari Sardegna è sulla stessa linea, ritenendo che bloccare il turismo per gli esercenti in piena stagione estiva è un’azione dannosa. “In tutta Italia c’è stata una partecipazione allo sciopero che non ha superato il 50% dei balneari – dichiara il segretario generale di Federbalneari Sardegna, Claudio Maurelli -. Pensare a partecipare a uno sciopero in una regione dove la stagione turistica è prevalentemente in estate significa danneggiare la categoria”.

Anche Federalberghi Sardegna ritiene l’iniziativa come uno spot dei sindacati. “Ci sono turisti che hanno speso centinaia di euro per venire a trascorrere le vacanze al mare – aggiunge Maurelli -, non sarebbe giusto bloccarli. Abbiamo annunciato che – qualora ci sia un decreto e regole del Governo che vanno in questa direzione – la prossima stagione non faremo partire il turismo, ma in piena stagione non è un’idea che abbiamo condiviso“.

Cosa è la direttiva Bolkestein.

La “Direttiva Bolkestein” è una direttiva dell’Unione Europea, ufficialmente nota come Direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato interno. Prende il nome da Frits Bolkestein, il commissario europeo per il mercato interno che ha proposto il testo. La direttiva mira a facilitare la libera circolazione dei servizi all’interno dell’Unione Europea, riducendo le barriere burocratiche e normative tra gli Stati membri.

In Italia, la Direttiva Bolkestein ha suscitato particolare preoccupazione tra gli operatori delle concessioni balneari. Le concessioni balneari sono autorizzazioni rilasciate dallo Stato per l’uso di aree demaniali, come spiagge, per scopi commerciali, come la gestione di stabilimenti balneari.

La direttiva richiede che le concessioni di servizi pubblici (compresi gli stabilimenti balneari) siano messe a gara, senza rinnovi automatici, in modo da garantire trasparenza e concorrenza. Questo significa che, al termine delle attuali concessioni, queste dovrebbero essere rimesse a bando e aperte a nuovi operatori, inclusi quelli di altri Stati membri dell’UE.

Così i gestori di stabilimenti balneari italianitemono di perdere le loro attività a causa della concorrenza di operatori esteri o di nuovi entranti nel mercato. Inoltre, sostengono che l’incertezza sulla durata delle concessioni potrebbe scoraggiare investimenti nel miglioramento delle infrastrutture.

Condividi l'articolo