La manodopera locale non basta per la stagione estiva in Gallura
di Carolina Bastiani
La Gallura si prepara per la stagione estiva anche se la carenza di personale nel comparto turistico-ricettivo è ormai strutturale. Quali sono le difficoltà? Il problema è molto sfaccettato e le categorie coinvolte adducono diverse motivazioni. Dal punto di vista di commercianti, albergatori e ristoratori il problema risiede in parte nel fatto che la loro categoria spesso è denigrata perché dipinta come sfruttatrice di manodopera. Molto spesso, infatti, sono stati denunciati turni stremanti, orari indefiniti e straordinari non rimunerati. Questo, in molti casi, ha comportato l’esodo di professionisti in altre regioni o verso altri comparti, lasciando scoperto quello che forse più di tutti traina l’economia sarda. Tra i datori di lavoro, però, non mancano esempi virtuosi che, pur rispettando il contratto collettivo nazionale, ferie, permessi e riposi, pagano la concorrenza sleale dei colleghi.
Confcommercio
Tuttavia, come illustra Alberto Fois, presidente della Fipe Confcommercio Nord Sardegna, il problema risiede anche nella mancanza di requisiti idonei all’assunzione: “A fronte delle circa cinquemila attività situate a nord dell’isola mancano le professionalità. Mancano le figure dello chef, del pizzaiolo, del maître di esperienza. Non riusciamo a colmare il divario con la manodopera locale e molto spesso si deve ricorrere a lavoratori stranieri o di altre regioni”.
La Sardegna, secondo Fois, è vittima della sottovalutazione dell’importanza della formazione turistica: “Il turismo è diventato una delle principali fonti di reddito a livello regionale, ma non abbiamo saputo trasmettere ai giovani la sua rilevanza”. Tra le carenze principali c’è, senza dubbio, quella linguistica. “Ad oggi – continua Fois – in sala scarseggia il personale che si sappia rapportare agli stranieri, mentre per la reception è difficile trovare qualcuno che sappia parlare almeno due lingue. Nel 2024 questo non è più accettabile”.
Da qui, poi, il problema si allarga alla formazione in senso più ampio: “La questione della formazione deve diventare il nostro cavallo di battaglia. Se non ci adoperiamo per formare l’operatore turistico come formiamo il medico, l’ingegnere o l’architetto le criticità non diminuiranno. È sempre passato il concetto sbagliato secondo cui alcune professioni come quella di cameriere si possano improvvisare. Eppure, il cameriere svolge un lavoro dignitoso e importante che richiede preparazione e competenze adeguate, senza le quali certe situazioni non si potrebbero affrontare”.
Federalberghi.
Domanda e offerta, dunque, faticano ad incontrarsi. Tuttavia, esistono iniziative per contrastare questo fenomeno. Fabio Fiori, dirigente della Federalberghi Gallura elogia il Job Day. “A mio parere, è stato un evento molto ben organizzato. Ai ragazzi in cerca di lavoro è stata data la possibilità di proporsi in base alle loro competenze. Grazie a questa impostazione siamo riusciti a individuare delle figure in grado di lavorare con noi”. In generale, comunque, le criticità sono lontane dall’essere risolte e tra albergatori, ristoratori e commercianti serpeggia una certa preoccupazione perché molti stanno già faticando nel reperimento di personale. Il solo segnale positivo è che rispetto agli altri anni è stato consegnato qualche curriculum in più.