Volo da Tel Aviv a Olbia, protesta all’aeroporto: “I criminali di guerra non sono benvenuti”

Protesta a Olbia per il collegamento diretto con Tel Aviv in piena guerra

Per un mese un volo diretto collegherà Tel Aviv con Olbia, creando un ponte tra Israele e Sardegna nel bel mezzo della guerra. Proprio mentre la Regione Sardegna ha deciso di sospendere qualunque forma di cooperazione con Israele si apre un canale diretto per le vacanze. Una scelta che ha creato prima malumori e ora una protesta formale. “Voli Tel Aviv Olbia? Killers not welcome” e “No al turismo sionista” sono gli slogano che annunciano un presidio all’aeroporto Costa Smeralda. L’appuntamento è per mercoledì 18 giugno davanti agli arrivi dello scalo che sarà dedicato a Berlusconi.

“Un volo diretto per collegare Israele alla Costa Smeralda nel pieno della stagione estiva – si legge in una nota stampa -. Voli charter – prenotati privatamente – partiranno da Tel Aviv e porteranno direttamente in Sardegna, all’Aeroporto Olbia Costa Smeralda, tanti ricchi israeliani desiderosi di rilassarsi nella nostra isola per tutto il mese di giugno e luglio. Un “protocollo di sicurezza rafforzata” permetterà a polizia e agenti di sicurezza israeliani in borghese di lavorare a Olbia ispezionando bagagli e interrogando l3 passegger3 in partenza dalla Sardegna”.

“Mentre in Cisgiordania si accelera l’annessione violenta di terre palestinesi agli insediamenti dei coloni, si bombardano Paesi sovrani nell’impunità più totale e a Gaza si consuma un genocidio, gruppi festanti di cittadine e cittadini di questo Stato criminale se ne partono serenamente in vacanza per il mondo – si legge ancora -. Ma non erano “in guerra”? Da che mondo e mondo l3 cittadin3 di uno Stato sotto attacco possono partecipare ad allegri picnic in spiaggia, partire in gruppo per vacanze costose, e organizzare barbecue a pochi km di distanza dal campo di concentramento in cui stanno sterminando per fame, sete, malattie e sotto le bombe i loro presunti nemici? E adesso approdano in Sardegna, terra storicamente venduta o affittata al miglior offerente e ai peggiori criminali di guerra, basta che paghino bene.
Ma il popolo sardo Non ci sta”.

Gli organizzatori invitano i partecipanti a portare “bandiere palestinesi, keffiyah, bandiere della Sardegna ma nessun simbolo di partito o sindacato”.

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