Tragedia di Monte Pino, il pm chiede il rinvio a giudizio di tecnici e dirigenti

Sentite le parti, la decisione il prossimo 26 gennaio.

Nel novembre del 2013 la strada, all’altezza di monte Pino, si aprì come una voragine sotto il fuoristrada guidato da Bruno Fiore. A bordo c’erano la moglie, Sebastiana Brundu, e la consuocera Maria Loriga. Nessuno dei tre si salvò. In quella voragine finì anche l’auto di Veronica Gelsomino, unica sopravvissuta a quella tragedia.

Ieri, più di 4 anni dopo, si è tenuta l’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio di quattro dei sei indagati, tra tecnici e dirigenti della Provincia di Sassari e quella di Olbia Tempio. Gli altri due indagati saranno giudicati con rito abbreviato.

Agli indagati l’accusa contesta di aver provocato il crollo di un tratto della strada e la conseguente morte delle tre persone che la percorrevano all’altezza di Monte Pino. Inoltre, non sarebbero state realizzate adeguatamente alcune strutture, e non sarebbe stato eseguito il collaudo statico della strada.

Dopo aver sentito accusa, difesa e parti civili, il gup del tribunale di Tempio ha rinviato al 26 gennaio la decisione sull’eventuale rinvio a giudizio, chiesto dal pm, o sul proscioglimento dei quattro indagati, per i quali i difensori hanno chiesto il non luogo a procedere. Proprio ieri, intanto, è arrivato l’ultimo via libera per i lavori di rifacimento del tratto di Olbia-Tempio, atteso da anni.

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