Caro traghetti per Olbia, si arriva anche a spendere più di mille euro a famiglia

I prezzi assurdi dei traghetti per Olbia.

Dopo la stangata dei prezzi dei voli per e da Olbia, dove prendere un aereo e raggiungere la Gallura costava più di un volo transatlantico, ora anche il prezzo dei traghetti è diventato davvero salato con cifre che raggiungono anche i tre zeri.

Ipotizzando, per una famiglia composta da 4 persone e 2 bambini, fare la tratta Genova-Olbia e viceversa con un’auto famigliare e una cabina, arriva a costare fino a 1.177,16  euro, escludendo l’assicurazione e tutti i servizi aggiuntivi. Tratte quasi più costose di una crociera nel Mediterraneo che hanno messo in allarme le associazioni di categoria, che temono ripercussioni per il turismo. Infatti, non tutti possono permettersi di spendere soltanto nel trasporto più di mille euro. La vacanza ” più economica” di una settimana in Gallura arriverebbe, infatti, a sfiorare anche i 3mila euro tutto compreso tra viaggio e hotel.

Si rischia così di minacciare ancora una volta la stagione turistica in Sardegna. “Sono costi, anche per il trasporto aereo, – dichiara il presidente degli albergatori di Olbia, Fabio Fiori -, che hanno superato ogni limite. Questo sta frenando la stagione in Gallura, dove molti hotel sono chiusi perché mancano le prenotazioni. Infatti, hanno chiamato soltanto turisti stranieri che hanno prezzi adeguati dai loro aeroporti. E’ evidente che è sbagliato il modello pensato dalla politica, in questo caso locale, quello sulla continuità che è chiaro non funziona”.

“Perché sarebbe stato opportuno fissare un tetto tariffario che non va oltre – prosegue – come accadeva prima quando i residenti pagavano una cifra fissa, mentre chi veniva da fuori ne avevano una flessibile, che non raggiungeva le cifre di oggi. Così ci troviamo ad avere una stagione più breve ed è preoccupante che molte strutture sono ancora chiuse a maggio. C’è anche il problema dei lavoratori che non si trovano, ma è tutto collegato ad una stagione troppo breve che non consente di poter tenere il personale per più mesi, perché accettare contratti brevi, di soli 3 mesi, significa non avere nemmeno la disoccupazione”.

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