Non bastano le Zone30, a Olbia gli incidenti sono in aumento

Violento incidente a Olbia, una delle auto si ribalta

Aumentano gli incidenti a Olbia.

Negli ultimi anni, il dibattito sulla sicurezza stradale e sulla sostenibilità ambientale ha portato molte città europee a introdurre il limite di velocità di 30 chilometri/orari nei centri urbani. Tuttavia, i risultati ottenuti sono controversi, con dati e opinioni divergenti. Olbia rappresenta un caso emblematico di questa transizione, con dati che sollevano interrogativi sulla reale efficacia della misura.

L’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale.

A Olbia, la “Città 30”, in vigore dal 1 giugno 2021, è stata adottata con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale, ma i dati sembrano raccontare una storia diversa. Nel 2020, prima dell’introduzione del limite, si sono verificati 200 incidenti con 278 feriti. Nel 2021, con il limite a 30 km/h dal mese di giugno, gli incidenti sono aumentati a 216 con 279 feriti e tre morti. Il trend è proseguito negli anni successivi: nel 2022 gli incidenti sono stati 262 e nel 2023 ben 299, con un aumento proporzionale dei feriti e delle vittime. L’aumento percentuale del numero di incidenti tra il 2021 e il 2023 si attesta pertanto a +38,4%. Questi numeri contrastano con i dati provenienti da altre città europee come Bruxelles, Helsinki e Graz, dove il limite dei 30 km/h ha portato a una riduzione significativa del numero di incidenti stradali nell’area urbana.

La riduzione della velocità diminuisce la lesività.

Secondo un esperto in cinematica dei sinistri, la riduzione della velocità diminuisce la lesività ma non garantisce una diminuzione degli incidenti. L’esperto sottolinea inoltre che viaggiare a 30 km/h potrebbe aumentare la distrazione e il nervosismo dei conducenti. Questa tesi è confermata dall’opinione dei tanti cittadini intervistati, secondo i quali la riduzione del limite di velocità ha aumentato le lunghe code e lo stress alla guida. Le code e i continui “stop and go” potrebbero essere anche la causa dell’aumento dell’inquinamento atmosferico rilevato dallo SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente): Olbia è tra le città sarde con i livelli più alti di PM10 (polveri sottili) nelle aree urbane, raggiungendo i 30 microgrammi per metro cubo, mentre al di fuori delle aree urbane i livelli di PM10 sono dimezzati.

Si registra un aumento degli incidenti a Olbia.

L’aumento statistico degli incidenti a Olbia pone una domanda fondamentale: quali strategie possono davvero migliorare la sicurezza sulle strade? Oltre all’abbassamento del limite di velocità, è cruciale investire in una mobilità urbana più efficiente, in particolare attraverso un trasporto pubblico realmente accessibile e funzionale. Attualmente, il servizio di trasporto pubblico a Olbia è praticamente inutilizzabile, costringendo la maggior parte dei lavoratori e residenti a dipendere dall’auto privata. Un sistema di autobus più capillare, con mezzi di dimensioni adeguate alla viabilità cittadina e una maggiore frequenza delle corse sicuramente incentiverebbe i cittadini a lasciare l’auto a casa. Questo ridurrebbe il traffico e, di conseguenza, il rischio di incidenti.

L’incontro con Legambiente.

Durante il recente incontro con Legambiente, l’amministrazione comunale ha ribadito il proprio impegno per una mobilità più sostenibile, individuando settori chiave su cui intervenire. Il piano prevede un sistema integrato di trasporto che favorisca l’uso della bicicletta, dei mezzi pubblici e degli spostamenti a piedi. L’obiettivo è quello di ridurre la dipendenza dall’auto privata. Sebbene il trasporto pubblico sembri presentare grosse criticità in termini di efficienza e frequenza delle corse, l’amministrazione ha avviato iniziative concrete per migliorare la mobilità cittadina. Progetti come il Biciplan e il Pediplan, insieme alla realizzazione di nuove piste ciclabili, mirano a offrire valide alternative ai cittadini. Inoltre, la riduzione del traffico veicolare grazie a queste misure potrebbe contribuire ulteriormente al miglioramento della qualità dell’aria e della vivibilità urbana. I primi segnali positivi non mancano: secondo i dati Arpas, si registra una riduzione del 30% del biossido di azoto (NO₂) e un calo del rumore del traffico di circa 3 decibel. Questi risultati dimostrano che la strada intrapresa dall’amministrazione comunale sta già producendo benefici tangibili per l’ambiente e la salute pubblica.

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