Miele, 2 barattoli su 3 sono stranieri: crollano le produzioni in Sardegna

L’allarme di Coldiretti Sardegna.

Crollo dell’80% della produzione e invasione di miele straniero (due barattoli su 3 sono importati) rischiano di far chiudere gli alveari sardi. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Sardegna che denuncia come questo settore, fondamentale dal punto di vista ambientale, rischi il collasso visto che è anche quasi l’unico in cui con la produzione crolla anche la remunerazione agli apicoltori e lancia l’hashtag #compramielesardo.

Il 2020 ad oggi è una delle annate più negative per gli apicoltori. In primavera le produzioni di miele sono state quasi nulle. Nel sud Sardegna si sono fermate al 20% (- 80%), circa 4 chili ad alveare rispetto ai 20 chili di media.  A salvarsi, per modo di dire, sono state solo alcune aree del centro Nord Sardegna e Logudoro (che rappresentano circa il 15% del settore sardo) dove le perdite si sono fermate al 50%. Quest’anno sarà molto difficile trovare miele di arancio sardo visto che gli agrumi in forte stress per il clima anomalo hanno fiorito con un mese di anticipo, senza una secrezione nettarifera sufficiente alla raccolta.

Le cause del crollo delle produzioni sono dovute ai cambiamenti climatici. Un inverno caldo e siccitoso, le gelate  primaverili e il maestrale estivo ne sono la causa. In queste condizioni le api hanno scarse  possibilità di raccogliere il nettare e il poco miele prodotto lo utilizzano come alimento.

Un problema non solo economico ma anche ambientale visto che le api rappresentano un indicatore rilevante del suo stato salute.  Oltre che produttivo il problema è anche di mercato. Le vendite di miele sono ferme a causa di una stagione turistica estiva mai partita dovuta all’emergenza sanitaria del Covid. Dopo la crescita delle vendite durante il lockdown la vendita del miele adesso si è bloccata per l’assenza di turisti e la minor capacità di spesa dei sardi. Ma a condizionare il mercato è soprattutto la presenza delle miscele di miele straniero a prezzi economici, con due barattoli su tre di origine straniera. Secondo elaborazioni Coldiretti (su dati Istat) il 40% arriva dall’Ungheria e oltre il 10% dalla Cina. Per questi motivi i 1767 apicoltori rischiano di dover dismettere  i 66.773 alveari presenti in Sardegna. A rischio sono ovviamente gli 828 apicoltori professionali (939 sono in autoconsumo, i cosiddetti hobbisti).

“L’apicoltura è uno dei settori più trascurati nonostante l’importanza che assuma dal punto di vista ambientale – afferma il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba –.  Sono i primi a subire le conseguenze dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento a testimonianza della centralità che assumono le api per l’ambiente. Inoltre subiscono pesantemente il peso di una concorrenza sleale dalle importazioni di miscele di miele stranieri di bassa qualità. Per questo è importante la nostra scelta. Compriamo sardo, diamo un contributo all’ambiente e alla nostra economia, scegliamo il miele dei nostri apicoltori, un prodotto garantito del quale conosciamo l’origine”.

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