Da Sassari alla Gallura negozi e hotel spaventati dall’ipotesi del lockdown

Le reazioni ad un nuovo lockdown in Sardegna.

Una situazione delicata e allo stesso tempo allarmante quella che si sta vivendo in questi giorni. I casi di coronavirus in aumento esponenziale stanno portando all’ipotesi di un presunto nuovo lockdown per la Sardegna. Una scelta a tratti necessaria che potrebbe causare però forti disagi all’economia isolana già in ginocchio per la prima ondata e solo in parte rinfrancata dal periodo estivo. 

“Dal punto di vista turistico un nuovo lockdown inciderà sicuramente poco, ma a soffrirne saranno le aziende e i lavori di manutenzione in vista della prossima stagione che se dovessero rallentare, rallenterebbe di conseguenza la programmazione delle prossime aperture stagionali -afferma Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna -. Si andrebbe così a creare oltre al disagio sanitario anche quello economico-sociale. Le persone che non avranno possibilità di lavorare dovranno essere assistite. È necessario e indispensabile che la scelta di chiudere sia ben ponderata e organizzata nel migliore dei modi affinché le attività non vengano aiutate a sprofondare ulteriormente”.

La paura, quindi, è che le attività, con un secondo lockdown, non riescano a rimettersi in sesto, già penalizzate dalle forti restrizioni imposte dal piano anti-Covid. “Ad agosto siamo riusciti a rimetterci in linea con lo scorso anno, poi con il caos dovuto alle discoteche e al ripresentarsi dell’emergenza siamo nuovamente sprofondati – spiega Pasquale Ambrosio, presidente di Confcommercio Gallura – siamo in mezzo a due fuochi, la gente ha nuovamente paura e tende a rimanere in casa nonostante con le dovute cautele possa uscire. C’è un’altalenanza di informazioni poco chiare che crea il caos. È necessaria una programmazione chiara. Noi in primis come commercianti siamo andati incontro al sistema chiudendo per dimostrare partecipazione durante il primo lockdown. Ora abbiamo bisogno di garanzie per noi aziende e per i nostri dipendenti che ancora oggi hanno mesi di cassa integrazione in arretrato dallo scorso lockdown”.

Prevede un duro contraccolpo anche il presidente di Confcommercio nord Sardegna Antonio Sole. “Chi ne soffrirà di più saranno le piccole aziende, bar e ristoranti che non riusciranno a riaprire e a rimettersi in sesto – ipotizza Sole -. C’è troppa burocrazia e i soldi dati dalla Regione per aiutare le attività sono stati distribuiti in maniera non omogenea e sono stati presi soprattutto dalle grosse industrie. Spero di sbagliarmi, ma a mio avviso riusciremo a uscire da questa situazione e a riprendere la vita a pieno ritmo solo nel 2023”.

Condividi l'articolo
Gallura Oggi il quotidiano di Olbia e della Gallura | Notizie da Olbia, eventi in Gallura