Dopo i camerieri e i baristi ora in Gallura non si trovano nemmeno i bagnini

La carenza di bagnini a Olbia e in Gallura.

Assieme alla carenza di lavoratori stagionali nei bar e ristoranti della Gallura, ora mancano all’appello anche i bagnini e c’è chi teme di non poter riaprire, a causa della difficoltà di trovare i baywatch, che sono figure fondamentali per la sicurezza dei bagnanti.

La ricerca di stagionali

Il problema non è la carenza di addetti ai corsi, poiché ogni anno le società di salvamento ne formano e brevettano un centinaio, le vere difficoltà arrivano al momento dell’assunzione. “Diciamo che è un po’ un allarme infondato quello che tante strutture rischiano di non aprire – dichiara il presidente di Federbalneari Sardegna Claudio Maurelli -, anche perché i corsi si stanno facendo e hanno buone adesioni. Il problema è che non è facile trovare addetti perché alcuni lavoratori, quelli brevettati da molto, vorrebbero lavorare e percepire anche il reddito di cittadinanza e questo ovviamente non è possibile. Non do loro la colpa poiché hanno contratti brevi e non è facile trovare lavoro dopo aver finito la stagione”.

Poi si aggiunge il problema di quelli che lasciano il lavoro appena cominciano la stagione estiva. “Noi brevettiamo ogni anno 60 e 70 ogni anno – dichiara Andrea Pascalis, direttore della società di Salvamento Nazionale Sezione Olbia – e tutti riescono a trovare impiego presso varie strutture. Il problema è che spesso sono ragazzi molto giovani, che, a causa della loro età, non hanno sicuramente la volontà di voler prendersi un impegno per 4 mesi”.

Tra questi, tuttavia, ci sono anche gli scoraggiati, che non cercano lavoro. “Aggiungiamo alla poca voglia di molti ragazzi di oggi, anche il problema di alcune aziende – aggiunge Pascalis – non tutti pagano e contribuiscono adeguatamente, ovviamente pochi lavoratori accettano certe condizioni. Tuttavia, penso che questo sia alla base di un sistema che non permette nemmeno alle imprese di poter remunerare bene i loro dipendenti, spesso si tratta di piccole aziende a conduzione famigliare, senza supporto da parte dello Stato. E’ problematico quando mancano figure così importanti”.

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