Il Tar Sardegna blocca il progetto della Spargi srl per la riqualificazione degli immobili sull’isola
Il Tar Sardegna blocca il progetto della Spargi srl per la riqualificazione degli immobili nell’omonima isola dell’arcipelago di La Maddalena. Dopo essersi scontrata con le opposizioni sollevate dal Parco nazionale e dalla Regione, la società ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Che lo ha rigettato. È un lungo iter che parte da novembre 2014. Quando la società ha presentato il progetto per “ampliamento di fabbricati vari siti nell’isola di Spargi nelle località Zanotto, Casa Natale e Punta Banditi“. Si tratta della “ristrutturazione e l’ampliamento ai fini produttivi e turistici di 5 fabbricati, attualmente allo stato di rudere o comunque non utilizzabili allo stato attuale, posizionamento di sistemi fotovoltaici, ripristino degli impianti idrico e fognario con realizzazione di sistemi a fanghi attivi e sistema disperdente”.
Nel progetto su cui interviene il Tar si parla di “numero massimo di abitanti nell’isola all’esito del progetto, pari a 20 distribuiti nelle diverse unità immobiliari“. Nella sentenza si ricorda la genesi del progetto. “La “Spargi S.r.l.”, proprietaria di un’ampia porzione dell’isola di Spargi, in Comune di La Maddalena, pari ad oltre 282 Ha su una superficie complessiva dell’intera isola pari a circa 420 Ha, ha impugnato il provvedimento con cui la Regione Autonoma della Sardegna ha espresso un giudizio negativo sulla valutazione di incidenza ex art. 5 del d.p.r. n°357/1997 in relazione al progetto di ampliamento di alcuni fabbricati siti nell’Isola”.
“Niente veicoli o problemi con gli scarichi”
Sulle contestazioni “la ricorrente ha ribadito che il progetto non prevede l’utilizzo di veicoli, con la conseguenza che non verranno creati nuovi tratti stradali, né allargati quelli esistenti”. Per quanto riguarda l’impatto ambientale di questo intervento previsto, si legge: “In merito allo scarico dei reflui, derivanti da un uso occasionale degli scarichi, gli stessi verranno smaltiti mediante sub irrigazione e sub irrigazione superficiale e, in ogni caso, avrebbero un impatto talmente limitato da rendere superfluo ogni approfondimento in ordine alle conseguenze sulla vegetazione”.
Secondo il parere della società “il progetto ha previsto il ripristino di immobili esistenti e non determinerà alcuna urbanizzazione o aumento dei vari insediamenti, né incremento della presenza antropica sul territorio, né la realizzazione di nuovi tracciati viabili”.
La versione del Tar
Diversa la visione dei giudici amministrativi, che hanno esaminato il progetto, i pareri contrari e l’opposizione degli avvocati della Regione, Roberto Murroni e Giovanni Parisi. “Da una lettura congiunta del parere dell’Ente Parco e del provvedimento della Regione emerge come la valutazione negativa sia stata resa in ragione del rischio che l’intervento proposto, incrementando l’urbanizzazione e la presenza antropica sul territorio, possa comportare rilevanti effetti negativi sugli habitat e sulle specie di interesse comunitario presenti”.
Secondo il Tar quell’angolo di paradiso “subirebbe un significativo aggravio anche in quanto, all’esito del progetto edilizio da realizzare, verrebbe incrementato il numero di persone presenti sull’Isola durante tutto l’anno, con significative conseguenze sull’ambiente anche derivanti dall’aumento dello scarico dei reflui nella vegetazione”.
Questi alcuni dei motivi per cui il Tar Sardegna, con la sentenza pubblicata il 15 febbraio, ha respinto il ricorso della Spargi Srl.