Cresce il lavoro a Olbia e in Gallura grazie al turismo

Le zone costiere le migliori.

Forte crescita occupazionale e alta incidenza del settore turistico: le caratteristiche principale del mercato del lavoro in Gallura negli ultimi cinque anni, analizzato dall’osservatorio del mercato del lavoro dell’Aspal in un dossier presentato questa mattina in un convegno a Olbia dal direttore generale dell’Agenzia, Massimo Temussi, e dai responsabili dell’Osservatorio.

Il lavoro è frutto delle elaborazioni dei dati statistici dell’Istat incrociati con quelli amministrativi del Sistema Informativo del Lavoro della Sardegna (SIL), che rappresentano la prima fonte ufficiale delle tendenze occupazionali sul territorio regionale e provinciale e sono gli unici a disposizione di scala comunale.

Il mercato del lavoro della Gallura (zona omogenea di Olbia-Tempio) vale circa il 10% di quello di tutto il territorio regionale: sono 58mila gli occupati su 562mila del totale regionale, è la terza dopo Cagliari e Sassari, e prima di Nuoro e Oristano.

Quelli elaborati dall’Osservatorio del mercato del lavoro sono dati in controtendenza rispetto al resto della Sardegna per quanto riguarda la crescita occupazionale. In Gallura già nel 2016 (dati rapportati all’anno precedente) si era vista la ripresa, con un totale di 58 mila occupati rispetto ai 55 mila del 2015, passando da un -2% a un +5%, mentre il dato regionale era addirittura in calo con 562 mila occupati del 2016 contro i 565 mila del 2015 (dal 3% al -1%). Nel 2017 i nuovi rapporti di lavoro attivati nella zona omogenea di Olbia-Tempio sono stati oltre 52.800, il 18,6% del totale regionale (seconda dopo Cagliari con il 36%, seguita da Sassari con un punto percentuale in meno, il 17,6%).

Nella suddivisione dei Comuni a trainare sono quelli costieri: Olbia guida con quasi il 30% dei nuovi contratti avviati, segue Arzachena (con la sua Costa Smeralda) con quasi il 20%, staccati Santa Teresa, Budoni, San Teodoro (ciascuno con circa il 7%), non arrivano all’1% i Comuni dell’interno a eccezione di Tempio Pausania (3%).

Per quanto riguarda la durata, i contratti a tempo determinato sono tornati a essere lo strumento preferito dalle aziende sarde, e galluresi in particolare, arrivando a costituire il top del periodo in analisi: nel 2017 sono stati il 76% nell’isola e addirittura l’86% nella zona omogenea Olbia Tempio.

“Dalle stime sui successivi trimestri l’area del Nord est della Sardegna registrerà ancora un incremento importante”, hanno spiegato i responsabili dell’Osservatorio dell’Aspal, “anche perché i settori che hanno trainato, soprattutto nell’ultimo anno, sono proprio quelli che contraddistinguono il territorio: turismo, alberghi e ristoranti, trasporti e commercio”. 

Quasi la metà dei nuovi contratti attivati in Gallura è nel turismo (il 48%) e di tutti gli avviamenti al lavoro registrati nel settore turistico in Sardegna, il 31% sono localizzati nella zona omogenea di Olbia-Tempio (secondo posto dopo Cagliari con il 33% e Sassari 16%). Nella lente d’ingrandimento comunale, di questo 31% la maggior parte ricade nel territorio del Comune di Arzachena (il 23%), poi in quello di Olbia (il 18,4%) e di Budoni (13%).

Proprio per il settore da cui provengono e per la loro durata, i nuovi posti di lavoro sono soggetti a una forte stagionalità, ancor più che nel resto dell’Isola. La percentuale dei contratti conclusi nei mesi tra la primavera e l’estate è significativamente più alta della media regionale: nel mese di maggio 2017 in Gallura è stato registrato il 17% dei contratti (contro l’11% della media regionale), nel mese di giugno, al primo posto, il 21% (contro il 13% regionale), a luglio il 14% (contro l’11% regionale).

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