La necropoli di Li Muri di Arzachena e l’eccezionalità di questa cultura

foto di Viviana Pinna

La necropoli di Li Muri.

Arzachena vanta un patrimonio archeologico di straordinaria importanza. Tra i vari monumenti visitabili spicca per unicità la necropoli a circoli funerari di Li Muri. Scoperta nel 1939 dal maestro Michele Ruzittu, venne scavata nel 1941.

Per la straordinaria particolarità delle strutture si ritenne dovesse essere espressione di una singolare cultura, tanto che venne denominata la cultura gallurese. Il susseguirsi degli scavi e delle ricerche ha permesso di capire, invece, che si è trattato di un fenomeno che si inserisce nel Neolitico medio, all’interno della fase di San Ciriaco (4400-4000 a.C.),
ravvisabile in tutta l’isola anche se con l’espressione di monumenti completamente differenti rispetto a quelli dell’area di Arzachena.

Si tratta di quattro ciste realizzate con lastre di pietra infisse a coltello ed una di copertura, circondate da circoli concentrici di piccole lastre ricoperte da tumuli di terra. La necropoli doveva presentarsi composta da un insieme di piccole collinette circolari, tangenti fra di loro. Le ciste contenevano sepolture associate a ricchi corredi.

Nel circolo più esterno di ogni sepolcro si sono rinvenuti i resti di un menhir , ossia di un cippo di pietra che riveste valore sacrale, betilo, (dall’ebraico beth-el), ossia di sede del dio che proteggeva i morti, oppure un segnacolo dei defunti. Oltre ai menhir, sarebbero da collegare ad un ipotetico culto dei morti le tre piccole cassette di pietra, poste vicino ai punti di contatto dei circoli funerari, che dovevano accogliere periodiche offerte per i defunti. Si potrebbe pensare che tali offerte consistessero
in cibi, forse contenuti all’interno di materiale deperibile, quale il legno, dato che sono state ritrovate completamente vuote.

L’eccezionalità del tipo monumentale e la particolarità degli aspetti di deposizione rituale di Li Muri fanno pensare ad una marcata comparsa di differenze sociali. Il dato è identificabile attraverso il corredo, composto da ornamenti con centinaia di vaghi di collana in clorite, pomi sferoidi forati, sempre in clorite, accette in pietra levigata. Tra i materiali di prestigio deposti nelle sepolture spicca una ciotola di straordinaria manifattura realizzata in clorite.

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