Grande iniziativa a Olbia per sensibilizzare i giovani alle donazioni di sangue
“Non possiamo operarti. Non c’è sangue”… Queste parole, pronunciate a Olbia dalla dottoressa Daiana Giangrande, risuonano come un monito potente sulla realtà che medici, pazienti e famiglie affrontano quotidianamente. Sono frasi che nessuno vorrebbe sentire, ma che racchiudono una verità imprescindibile: senza il sangue, la medicina non può fare miracoli. L’incontro odierno, tuttavia, non è stato solo un richiamo all’urgenza, ma soprattutto un’occasione per celebrare chi, con un semplice gesto di altruismo, rende possibile ciò che sembrava impossibile.
I giovani donatori
L’evento, che ha visto collaborare il Mater Olbia Hospital, l’Asl Gallura e l’Avis di Olbia, ha premiato quattro studenti meritevoli, giovani donatori che incarnano il futuro della solidarietà: Aurora Contini, Giovanni Sanna, Gabriele Sechi e Marco Zanetta. I ragazzi sono dei donatori, si, ma anche ottimi studenti. La dott.ssa Giangrande ha voluto sottolineare quanto sia fondamentale il ruolo dei donatori: “Ogni giorno, circa 2.000 persone ricevono una trasfusione in Italia. Senza donatori, interventi chirurgici, trattamenti oncologici e tante altre cure diventano impossibili”. Con esempi concreti, ha spiegato come la disponibilità di sangue possa essere la linea sottile tra la vita e la morte: “Un paziente con un tumore all’intestino, un giovane vittima di un incidente stradale, chi soffre di talassemia o anemia grave… Senza sangue non possiamo intervenire. È un gesto semplice, ma dal valore immenso”.
Serena Carta e la sua mostra
Tra i momenti più toccanti della giornata, la testimonianza di Serena Carta, fotografa e paziente affetta da microcitemia. Ogni 15 giorni, Serena riceve una trasfusione di sangue che le consente di vivere una vita piena e attiva. “La mia malattia non mi definisce,” ha dichiarato con forza. La sua mostra fotografica, allestita nell’ala est del Mater Olbia, racconta con immagini potenti il percorso del sangue donato, dalla raccolta fino al momento in cui arriva a chi ne ha bisogno. “Ho voluto raccontare questa storia perché è anche la mia storia. Volevo mostrare ai giovani come un gesto apparentemente piccolo possa creare legami invisibili ma indissolubili tra chi dona e chi riceve”, ha spiegato. Grande emozione durante la premiazione dei quattro studenti donatori.
- LEGGI ANCHE: Al Mater Olbia un incontro sulle donazioni di sangue
Come ha ricordato Gavino Murrighile, presidente dell’Avis Olbia, i giovani sono “la colonna portante del sistema di donazione”. E il loro impegno rappresenta una risposta concreta a una necessità sempre crescente, soprattutto in Sardegna, una regione in cui la talassemia e altre patologie ematiche rendono il fabbisogno di sangue particolarmente elevato. Gli studenti premiati non sono solo donatori, ma anche ambasciatori di un messaggio fondamentale. Come ha sottolineato Raffaele De Fazio: “Loro sono i nostri messaggeri. Parlano della donazione tra amici, in famiglia, a scuola. È grazie a loro che possiamo guardare al futuro con speranza”.
L’evento ha segnato anche un momento storico di collaborazione tra pubblico e privato. Il direttore generale del Mater Olbia, Marcello Giannico, e il direttore sanitario dell’Asl Gallura, Raffaele De Fazio, hanno sottolineato come il dialogo tra strutture sia la chiave per creare un sistema sanitario sostenibile ed efficace. “La scienza ci ha portati qui, insieme, a parlare di donazione e a costruire un circuito virtuoso”, ha affermato Murrighile, evidenziando come la collaborazione abbia reso possibile anche iniziative come la mostra di Serena Carta e la premiazione degli studenti.






