Sequestrati 200 esemplari.
Week end impegnativo per la Guardia costiera di Olbia, sabato mattina, 14 aprile, gli uomini della Capitaneria di porto – Guardia costiera di Olbia hanno individuato, alle prime ore dell’alba attrezzi da pesca professionale (reti da posta fisse tipo tramaglio), imbarcati su un’unità da diporto.
Una volta accertate le generalità del proprietario del natante, si è proceduto al sequestro della rete e all’elevazione di una sanzione amministrativa, ai sensi del D.Lgs n°04/2012 in materia di pesca per un ammontare complessivo di 4mila euro.
Il controllo, si inserisce nella più ampia pianificazione delle attività della Capitaneria di porto di Olbia, così come stabilito dal direttore marittimo, Capitano di vascello Maurizio Trogu, con lo schieramento di pattuglie via mare e via terra che ogni giorno vengono destinate in area marina protetta e non solo.
Solo poche ore più tardi, il personale ha individuato e sanzionato un pescatore sportivo di ricci di mare – a Porto San Paolo, all’interno dell’area marina protetta di Tavolara – Capo Coda Cavallo.
Il personale, appena giunto in zona, ha localizzato il pescatore ancora in acqua intento al recupero delle ceste con i ricci appena pescati, accertando e contestando la violazione in materia di quantitativo di esemplari pescati, atteso che la pesca al riccio di mare è tutelata dalla normativa nazionale, regionale e dal regolamento dell’area marina protetta.
Tale controllo ha permesso di scongiurare un danno ambientale poiché le colonie di echinodermi sono in grande sofferenza in tutti gli areali del Mar di Sardegna ed è un elemento che, per la salvaguardia dell’ambiente e per la sostenibilità futura della filiera, non può essere trascurato.
Si è proceduto pertanto a sequestrare circa 200 esemplari di riccio di mare (Paracentrotus lividus) per violazione della relativa disciplina di cui al regolamento dell’area marina protetta, con relativa sanzione amministrativa. Successivamente, è stata effettuata la certificazione della specie ittica e la verifica di vitalità del pescato che è stato restituito al proprio habitat mediante la reimmissione in mare con l’ausilio del personale dell’area marina protetta.
L’attività posta in essere si inquadra in una più ampia serie di controlli ambientali e sulla filiera ittica posti in essere quotidianamente dal personale della Capitaneria di porto di Olbia e proseguirà nelle prossime settimane per la tutela della salute pubblica e della fauna marina, vigilando sulla corretta applicazione della normativa in materia di pesca al fine di reprimere eventuali altre attività illecite.