Scanu sulle nuove Province sarde: “Il centralismo di Cagliari porta alla desertificazione”

Il deputato del Pd gallurese Scanu contro la nuova suddivisione regionale dell’isola.

Un pericoloso salto indietro che porterà alla desertificazione di molte aree della Sardegna. Questo è, per il deputato gallurese Gianpiero Scanu, il rischio che corre l’Isola a causa della prossima suddivisione istituzionale dopo la fine delle nuove Province.

Scanu si riferisce in particolare al caso della Gallura, un territorio vasto e densamente popolato che, dopo le battaglie durate anni per conquistare l’indipendenza da Sassari, si ritrova al punto di partenza.

“L’attuale impianto degli enti intermedi, ovvero delle province, penalizza Olbia. Forse è il caso di ricordare che diversi anni fa, quando Olbia stava per diventare la quinta provincia della Sardegna, in Consiglio regionale la maggioranza dei consiglieri del tempo si inventò il passaggio dalla quinta all’ottava provincia creando di fatto enti intermedi che, probabilmente, non erano indispensabili e che comunque non avevano la stessa forza propulsiva dal punto di vista complessivo: non soltanto quello economico ma anche legato alla modalità di antropizzazione che rappresentava la Gallura – continua il deputato gallurese -. Si è sempre detto, dopo quel voto, che delle quattro nuove province la sola che meritasse di diventare tale fosse quella della Gallura”.

Poi c’è stato il referendum che ha decretato la fine delle quattro nuove province. Una decisione giunta direttamente dagli elettori attraverso lo strumento democratico per eccellenza .

“In questo caso – spiega Scanu – lo strumento del referendum è stato utilizzato in maniera aberrante con la determinazione di un contesto complessivo talmente disadorno dal punto di vista delle leve istituzionali da determinare una minorità”.

“Oggi noi di fatto -aggiunge-, senza che questo costituisca uno scandalo, siamo tornati ad essere sotto Sassari, siamo tornati da sconfitti ad essere sotto quella che era una sorta di madrepatria, Sassari, rispetto alla quale non ci siamo mai presi non perchè ci fossero delle caratterialità non governabili e non sintonizzabili fra loro, ma perchè quello era un pezzo della Sardegna, noi ne rappresentiamo un altro”.

Scanu non si stanca di lanciare frecciate ai politici regionali, anche del suo stesso partito, spesso accusati di boicottare lo sviluppo del Nord Est. E anche durante la firma dell’accordo di programma fra Comune di Olbia e Regione Sardegna che sblocca 15 milioni di euro per il progetto Iti, il deputato gallurese ha rivolto il messaggio al vicepresidente regionale Raffaele Paci.

“Mi è sembrata una occasione buona per mandare un ulteriore, non è il primo, messaggio all’amministrazione regionale di Sassari – ha sottolineato Scanu -. è vero che queste cose le decide il Consiglio, ma la Giunta non è un incidente storico. La Giunta ha una capacità anche di pedagogia politica e non solo di iniziativa legislativa, che è opportuno che eserciti”.

Il pericolo dietro l’angolo, per Scanu, è la desertificazione di alcune aree della Sardegna a causa di un nuovo centralismo da parte di Cagliari.

“Non scherziamo con queste cose, perchè poi certe altre cose si verificano. Si verifica, ad esempio, la desertificazione della Sardegna che è anche una conseguenza del neo centralismo ed è grave che nessuno lo dica”, dice l’onorevole.

“Se si accentrano le cose a Cagliari e la realtà cagliaritana diventa non solo città metropolitana ma di fatto unico magnete della Sardegna, è normale che chi ha bisogno venga attratto da quella realtà. Non bisogna essere dei grandi studiosi dei flussi migratori per capire queste cose”, prosegue.

Allora, secondo Scanu, “piuttosto che incoraggiare un neocentralismo che, viceversa, andrebbe bloccato, bisognerebbe diffondere la rappresentanza istituzionale a rete e fare in modo che questa nuova rete possa trattenere gli smottamenti antropici che purtroppo stanno portando almeno un centinaio di comuni ad essere completamente deserti”.

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