Gli arresti questa mattina nell’indagine Quartiere sicuro.
Operazione dalle prime ore di questa mattina dei carabinieri del Reparto Territoriale di Olbia, insieme allo squadrone Eliportato “Cacciatori” di Sardegna e al decimo Nucleo Elicotteri di Olbia. In esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Tempio Pausania, su richiesta della Procura, che ha concordato con l’esito delle indagini dei carabinieri della Stazione di Olbia Centro, sono state arrestate cinque persone, a vario titolo. L’accusa è di tentato omicidio, rissa e porto abusivo di oggetti atti ad offendere.
L’indagine si è sviluppata a seguito della rissa avvenuta nei pressi di un bar di Olbia nel pomeriggio del 27 febbraio. Quel giorno, all’arrivo delle pattuglie, le persone coinvolte nella rissa erano in parte fuggite, mentre chi era rimasto era stato trasportato presso l’ospedale di Olbia a causa delle gravi ferite riportate.
Il primo sopralluogo ha consentito di individuare solo una parte delle persone che avevano partecipato o assistito alla rissa perché altri erano fuggiti. Le pattuglie hanno effettuato un accurato sopralluogo e questo ha consentito di rinvenire, abbandonate e nascoste sotto un’auto, le “armi” utilizzate per la spedizione punitiva.
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Da quel momento una parte dei militari si è dedicata a chi era stato trasportato presso il pronto Soccorso e una parte alla ricostruzione dei fatti sviluppando quanto rinvenuto nei pressi di Corso Vittorio Veneto.
Le indagini della Stazione di Olbia, incrociando le risultanze dei filmati delle telecamere di sicurezza del comune, dei tabulati telefonici, delle testimonianze acquisite, delle impronte digitali e delle tracce ematiche rilevate sulle spranghe di ferro da cui è stato possibile risalire al dna di alcuni soggetti, hanno portato all’arresto nella mattinata odierna dei cinque indagati, tutti di origine albanese e residenti ad Olbia.
Le loro iniziali: H.D., cl 75, muratore, R.D. cl 81, operaio, Z.E., cl 85, muratore, G.I., cl 84, muratore e G.I., cl 88. I cinque, eseguite le formalità di rito e i decreti di perquisizione, sono stati accompagnati presso le carceri di Sassari e Tempio Pausania a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Nel corso dell’operazione di questa mattina sono stati individuati e identificati altri due soggetti che, verosimilmente, dalle ricostruzioni, avevano partecipato alla spedizione punitiva e saranno deferiti in stato di libertà.