Se n’è andato Gianfranco Chessa, il mondo dell’atletica leggera in lutto

L’addio ad un altro grande olbiese.

Se n’è andato qualche giorno fa Gianfranco Chessa, piegato da un male infame. Un grande olbiese e un grande figura di riferimento per il mondo dell’atletica leggera italiana. Ecco la sua storia e il suo pensiero in un’intervista che mi ha concesso due estati fa prima di tornare a Pordenone, in Friuli Venezia Giulia, dove viveva da anni.

“L’atletica è la mia vita”. Incontro Gianfranco Chessa sulla pista del Caocci dove, nell’ultimo giorno di ferie prima di tornare a Pordenone, allena la figlia Giulia, due lauree in tasca e tra le prime 15 quattrocentiste italiane. Per lui classe ’47, da tre anni responsabile del Centro Elite di salto in alto femminile della FIDAL, dopo aver allenato per decenni i migliori saltatori azzurri, è dare un senso pieno alle vacanze. “Nell’atletica di oggi manca la possibilità di reclutare. Quando iniziai ogni giorno avevamo 300 atleti dalle due sino a notte fonda. Adesso i numeri sono miseri”.

Lo dice uno che ha scritto da tecnico la storia dell’atletica nazionale. Classe ’47 lascia Olbia dopo il primo anno di liceo scientifico: “Papà ferroviere fu trasferito a Sassari dove mi avviai al mezzofondo con la Studium”. Poi l’approdo in Liguria: “Quattro anni di ingegneria”. Prima dell’episodio che cambia la vita: “Allenavo già al Cus Genova e una supplenza di una settimana come insegnante di educazione fisica diventò annuale”.

Iscrizione all’ISEF e laurea a tempo di record: il quasi ingegner Chessa diventa “prof”. “Avevo 25 anni e per me fu l’inizio di una splendida favola”. Nei suoi occhi emozione e nostalgia. “Nel Cus mi occupavo di alto, lungo e velocità”. Lavora con Mauro Nasciuti, attuale vice presidente FIDAL, e con il passare del tempo si specializza nel salto in alto: “All’epoca a scuola si lavorava bene, avevano i loro gruppi sportivi. Ora i tagli inusitati impediscono qualsiasi possibilità”.

Gianfranco è l’allenatore di Alessia Trost, la saltatrice in alto friulana campionessa mondiale allieve e juniores, europea under 23 e vicecampionessa europea indoor in carica. “Un malaugurato infortunio le ha impedito di partecipare ai mondiali di Pechino. Ci sarebbe arrivata al top”. Perché l’Italia ha fallito in Cina? “Manca la programmazione, si investe poco e male sottovalutando le capacità dei tecnici italiani spesso messi da parte per una insensata esterofilia”. Quale il segreto per risorgere? “Impostare il lavoro da oggi al 2024 senza inseguire successi effimeri riprendendo a reclutare”.

L’atletica di Gianfranco Chessa. “La regola per gli atleti era ferrea: si viene al campo con qualsiasi clima. Anche se diluvia”. Ad un raduno di atletica conobbe la moglie friulana e la seconda figlia Laura fa Scienze Motorie. Non poteva essere altrimenti. Cosa manca di Olbia a Gianfranco? “Il cielo e il mare. Quando vado in spiaggia in Friuli non metto nemmeno i piedi in acqua”.

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