Al Teatro del Carmine di Tempio lo spettacolo “Dalla A alla Z”
“Dalla A alla Z” è lo spettacolo che andrà in scena mercoledì 5 febbraio, alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania. “Il progetto riunisce in un unico palco una selezione di creazioni brevi affidate alla poetica di due coreografi e compagnie italiane tra le più rilevanti a livello internazionale: quella di Roberto Zappalà, coreografo che da oltre 30 anni corre e racconta attraverso le sue creazioni un Sud Italia vivo e vibrante, e quella di Mauro Astolfi fondatore della rigogliosa realtà capitolina Spellbound Contemporary Ballet arrivata nel 2024 a 30 stagioni di successi”.
“In sintonia con la sua continua ricerca volta ad attribuire all’immagine che il corpo rappresenta l’atto più puro del senso artistico, Roberto Zappalà propone le creazioni 2X2 e Cult us. 2X2 un atto d’amore artistico che il coreografo dedica al grande compositore Johann Sebastian Bach, evidenziando una stretta relazione tra musica e danza. Il lavoro rappresenta una tappa del più ampio e articolato Rifare Bach, creazione che pone il corpo, con tutta la sua fragilità, quale elemento fondante e transito ineludibile. La naturale bellezza del corpo dei danzatori e della musica di Bach assumono nella creazione un corollario di suoni della natura e del mondo animale”.
“Cult us è un collage di estratti da Cultus, ultima creazione di Zappalà. Dopo un prologo dove il verso shakespeariano è utilizzato come pura colonna sonora fonetica che accompagna l’esposizione dei singoli corpi, si procede, in un fluire coreografico di quadri emozionali, sulle musiche di David Lang tratte dall’opera The Little Match Girl Passion, vincitrice del Premio Pulitzer nel 2008. In Cultus la fisicità della danza, il suo trascendere il referenziale, fa navigare lo spettatore in un luogo “fluido” dove perdere la cognizione del tempo”.
“A seguire, Solo andata, nuova creazione del coreografo Mauro Astolfi per Spellbound Contemporary Ballet. Solo andata è un “un racconto/incontro per tre danzatori”, un viaggio rarefatto e lento che traccia la confusione generata dalla sensazione di non aver fatto abbastanza, di non aver viaggiato abbastanza, la voglia di tornare a casa per raccontare quanto si è visto nonostante la sensazione sia sempre quella di un viaggio che non si completa mai”.
“Scrive Astolfi: Ognuno torna da qualcosa. Il fascino e la tentazione del richiamo di un viaggio di sola andata, quel desiderio primordiale di pensare che sta arrivando il momento per qualcosa di definitivo, per quella scelta che sarà per tutta la vita. Una specie di strano “ travel bug” dell’anima che ogni tanto torna a mordere e così ci si trova a cercare di riprodurre e interpretare la realtà in maniera svincolata da luoghi comuni morali e compositivi. Ma poi si torna, ci si trova attorno a un tavolo a raccontarsi che in fondo non ne valeva così tanto la pena. E torna il finto quieto vivere un po’ ipocrita e sempre presente e a volte ben riuscito”.