Il giorno dopo del sindaco di Tempio Biancareddu, tra Comune e polemiche

Dopo aver ritirato le dimissioni da sindaco di Tempio.

Il sindaco di Tempio Andrea Biancareddu ha ritirato le dimissioni dalla carica presentate lo scorso 25 gennaio. L’indiscrezione circolava da alcuni giorni. Da più parti, infatti, sono giunti diversi inviti al sindaco per rivalutare la decisione prima dell’irrevocabilità. Con toni e contenuti differenti, gli appelli sono arrivati da Confcommercio, Confartigianato, il proprio gruppo di maggioranza e il movimento Abali Basta, oltre ai sindaci di Aglientu, Trinità e Viddalba.

“Qualcuno sperava che andassi fino in fondo per poi poter dire che si trattava di uno spot elettorale, per uscire in ogni tv, per visibilità. Invece no. Io sono uno strumento della comunità e del territorio”, ha dichiarato il sindaco. E ancora: “Le finalità non erano le dimissioni, che erano uno strumento di pressione per ottenere più servizi per l’ospedale”.

Biancareddu ha ripercorso il depotenziamento dell’ospedale Dettori. Dallo stop del Centro trasfusionale nel 2014 ai due posti letto di semintensiva definiti “fantasma” e le sorti del Punto nascite, chiuso da 10 mesi, attaccando gli assessori Luigi Arru e il presidente della Regione Francesco Pigliaru per il mancato invio della richiesta di deroga.

Attacchi anche al direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano nel ricordare la resistenza in giudizio dell’Azienda stessa in occasione delle ordinanze presentate dai Comuni, poi ritirate, con la spesa di circa 1.800 euro per amministrazione.

Stoccata, poi, anche all’Unione dei Comuni e al Pd con il riferimento al documento pubblicato dopo le sue dimissioni. “Scritto a Cagliari”, secondo Biancareddu.

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