Dal vecchio carcere di Tempio 400 piante in dono alla città

La ricerca sul vecchio carcere di Tempio.

Questo pezzo di cielo è un processo partecipato di indagine, ricerca, e creazione intorno al vecchio carcere della città di Tempio, oggi dismesso, chiamato “la Rotunda”, la Rotonda. Iniziato nel giugno 2021, il progetto sviluppato da Valeria Muledda / Studiovuoto, è giunto alla fase conclusiva e l’artista invita gli abitanti della città di Tempio a partecipare ad un’azione vegetale che si svolgerà negli spazi della biblioteca comunale a partire dalle ore 16 di lunedì 11 aprile. Durante l’incontro verrà condivisa con la comunità anche la creazione audiovideo Questo pezzo di cielo (Valeria Muledda / Studiovuoto).

Questo pezzo di cielo si è sviluppato passo passo, in un incontro intimo dell’urbano, della Rotonda, e della comunità tempiese, alimentando una “maieutica reciproca dell’abitare” a partire dalla relazione carcere-città. Il processo si è mosso attorno all’identità di questo luogo, alla sua presenza nello spazio della città, ed alle relazioni che hanno caratterizzato e caratterizzano il suo abitare.

Nel corso del processo, tra luglio 2021 e settembre 2021, Valeria Muledda ha effettuato due ingressi nella struttura della Rotonda, uno di questi finalizzato al censimento della vita vegetale dello spazio e, ove possibile, alla raccolta delle talee di alcune piante e dei semi di altre. In questo contesto ha invitato a far parte del percorso Marcello e Marco Scano, giardinieri paesaggisti tempiesi, coi quali nei mesi successivi si è presa cura dei germogli e delle talee della Rotonda, oggi pronte per proseguire il loro viaggio nell’incontro con gli abitanti.

L’azione vegetale che si concluderà l’11 aprile consiste nella consegna alla città delle circa 400 giovani piantine nate da semi e talee delle piante spontanee che vivono nella Rotonda di Tempio. Nel chiostro e negli spazi della biblioteca di Tempio, gli abitanti della città saranno invitati ad incontrarle e ad accogliere una piantina della Rotonda nei loro terrazzi, case, cortili e giardini.

La consegna delle piantine agli abitanti vuole essere espressione di un atto respiratorio della Rotonda nella città, un movimento vitale nel quale il carcere riesce a varcare le sue mura e a farsi esistente, vivente, presenza architettonica abitata, storica, sociale, ed interspecie, della vita urbana di Tempio Pausania e della sua ecologia di relazioni.

Attraverso piccole pratiche dell’abitare, Valeria Muledda, conduttrice del progetto, e Mirko Piras, naturalista specializzato in biodiversità, accompagneranno la consegna delle piantine della Rotonda alla comunità.

Il progetto *Questo pezzo di cielo condotto da Valeria Muledda / Studiovuoto è parte del progetto di ricerca Architetture liberate 3.0. Sperimentazioni audio-visive per il Patrimonio carcerario storico dismesso, guidato da Dicaar – Dipartimento Ingegneria Civile, Ambientale, e Architettura dell’Università degli studi di Cagliari, finanziato dall’assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna.

Studiovuoto è un laboratorio aperto che mette al suo centro l’azione dell’abitare lo spazio e la Terra. Fondato dall’artista Valeria Muledda, Studiovuoto nasce dall’esperienza del camminare e dell’attraversare delle arti-azione e dell’architettura radicale. Integra nelle sue basi la relazione corpo-spazio, la relazione con la natura, e le pratiche della presenza consapevole come strumento quotidiano di osservazione, percezione, e trasformazione personale e comunitaria. In ascolto del territorio e delle sue comunità coinvolge artisti, abitanti, collettivi, e ricercatori in progetti condivisi di indagine, creazione, e autodeterminazione.

Valeria Muledda, artista transdisciplinare, performer, attivista. Si forma nel panorama internazionale del teatro di ricerca e nella pratica artistica di diversi linguaggi e strumenti, esplorando la relazione corpo-spazio come esperienza estetica e politica. La sua ricerca si concentra su cosa é “abitare”, sull’architettura vissuta, e sulla Terra come luogo aperto inter-specie, spaziando tra la performance, l’intervento urbano, e la creazione sonora e installativa. Attenta ai processi di trasformazione individuale e collettiva, urbana ed eco-sociale, contamina pratiche fisiche, contemplative, partecipative, sonore e linguistiche, alimentando una rinnovata relazione con il quotidiano e una consapevolezza sempre in costruzione. Il suo lavoro è stato presentato ed esposto in numerose mostre, festival e istituzioni internazionali. Combina il suo lavoro di artista con l’insegnamento e la curatela, in collaborazione con istituzioni pubbliche e private. Nel 2012 fonda Studiovuoto, laboratorio aperto di pratiche artistiche e collaborative centrato sul territorio e l’abitare.

Condividi l'articolo
Gallura Oggi il quotidiano di Olbia e della Gallura | Notizie da Olbia, eventi in Gallura