“Mio figlio disabile a causa di una diagnosi sbagliata”

La denuncia della mamma di Luca Magellano di Aggius.

Vuole sapere la verità. Vuole conoscere cosa sia accaduto a suo figlio Luca Magellano, operato nel 2014 per due lesioni celebrali all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari, e da allora diventato disabile. Mamma Giuseppina Mossa, ex infermiera, dalla sua casa di Aggius non si dà pace. “Prima di allora mio figlio era un ragazzone di un metro e novanta e pieno di salute. Andava in moto e aveva le sue passioni”, dice. Il giovane, che attualmente ha 37 anni, dall’intervento è incapace di muoversi.

Tutto inizia nel febbraio 2014, quando il ragazzo comincia a dimagrire. “Inizialmente il medico di base pensava si trattasse di una depressione – racconta la mamma -, perché mio figlio era tornato da poco in Sardegna”. Luca, però, diventa sempre più debole e per questo viene portato al pronto soccorso di Tempio. Là riceve le prima cure dall’otorino e oculista per una visione doppia che accusa. Quindi, lo trasferiscono al Santissima Annunziata di Sassari in neurologia.

È proprio a Sassari, sostiene la mamma, che comincia il calvario di Luca. “Mio figlio è stato operato il 5 marzo – prosegue -. Gli hanno fatto una diagnosi frettolosa, scrivendo che si trattava di verosimilmente medulloblastoma”. Il giovane viene operato, ma da allora la sua salute peggiora. “Luca è anche caduto dalla carrozzina dopo l’intervento – denuncia la madre -. Da allora ha una paralisi della parte sinistra del suo corpo. Sono peggiorati anche i problemi alla vista e la notte ha difficoltà a respirare”.

Con sé ha la documentazione del ricovero del figlio. Legge il referto: le lesioni di Luca vengono definite dai medici da trauma, senza che il trentenne avesse avuto, però, degli incidenti. “Al San Raffaele ho scoperto che si trattava, invece, di un linfoma curabile con la radioterapia, non di un medulloblastoma, dove tra l’altro dopo l’intervento mio figlio presentava ancora una lesione, che non è stata asportata”, afferma la donna, che ora chiede giustizia. “Vorrei capire se il reparto di neurochirurgia dove è stato operato mio figlio nel 2014 era accreditato come oncologico e perché non aveva la Pep, un team multidisciplinare e sopratutto perché i documenti non chiariscono la diagnosi di mio figlio”, conclude.

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