“Autori in Costa”, parla il critico cinematografico Gianni Canova

“Autori in Costa”: ospite il critico cinematografico Gianni Canova

di Marco Salvatore Carboni

Gianni Canova è il secondo ospite della quarta edizione del festival letterario “Autori in Costa” che si tiene a Porto Cervo. L’evento, ideato e creato da Fulvio Giuliani, giornalista di RTL 102.5 e direttore del quotidiano “La Ragione”, è iniziato sabato scorso con l’incontro del giornalista e direttore del giornale “Libero”, Daniele Capezzone, che ha presentato il suo nuovo libro “E basta con sto fascismo”. Nella suggestiva cornice dell’Hotel delle Rose a Porto Cervo, si è tenuto il secondo appuntamento della rassegna con ospite il noto critico cinematografico e rettore dell’Università IULM di Milano, Gianni Canova.

Canova in Costa Smeralda ha presentato il suo nuovo romanzo “Palpebre”. Durante la serata, ha parlato della meraviglia del cinema come unico strumento moderno e industriale capace di far vivere emozioni uniche. Ha discusso delle varie sfaccettature del cinema, raccontando anche alcuni aneddoti. Inoltre, ha interagito con il pubblico presente, condividendo le sue opinioni sui film preferiti dai partecipanti.

Parla Fulvio Giuliani

“Autori in Costa” sono incontri con autori letterari qui a Porto Cervo all’Hotel delle Rose. È un’occasione per stare insieme per un’ora al tramonto, godendosi la bellezza della Sardegna, con la possibilità di scambiare due chiacchiere tra i presenti. Il primo appuntamento è stato con il giornalista Daniele Capezzone, dove abbiamo parlato di attualità e del suo nuovo libro “E basta con sto fascismo”, e delle tante paure di questo periodo. Con il Dottor Canova si è parlato di cinema. Io sono un appassionato; per me il cinema non è accademia, non è insegnamento, non è didascalia, ma è interpretazione della realtà, è il racconto attraverso l’occhio di un regista e di uno sceneggiatore. Non possiamo pretendere che il cinema copra tutte le lacune del nostro mondo.”

Gianni Canova ad Autori in Costa

Parli del suo nuovo romanzo “Palpebre”.
“Palpebre racconta la storia di un giovane ricercatore di letteratura italiana dell’Università degli Studi di Milano, studioso di Dante e in particolare del Purgatorio, che a un certo punto si trova suo malgrado coinvolto in una vicenda che lo porta a scoprire che l’inferno non è soltanto un’invenzione letteraria o un oltremondo in cui credono i cristiani, ma è qualcosa che può esistere su questa terra. È ambientato a Milano nel 2004. Il giovane protagonista, Giovanni Vigo, scopre che c’è l’inferno, ed è un inferno che io cerco di raccontare con un linguaggio anche abbastanza crudo, senza attenuarlo per digerire alcuni elementi di scabrosità che entrano nel racconto, ma che sono certo possono regalare al lettore emozioni molto coinvolgenti.”

Molti dei prossimi film italiani parlano di storia. Come mai si sta andando in quella direzione?
“È una scelta quella di attraversare la storia, ripensarla e raccontarla, spesso nei momenti di crisi immaginativa in cui si fa fatica a inventare nuovi mondi e nuove storie. Si pesca nella storia con la S maiuscola. Allora quale altra vicenda, se non quella raccontata da Antonio Scurati nella sua quadrilogia “M”, può offrire materiale narrativo capace di coinvolgere il grande pubblico. Credo che sia una caratteristica dei tempi: quando non sai bene chi sei, dove vai, cerchi nel passato le radici che ti hanno portato a essere quello che sei.”

A che livello si piazza il cinema italiano nel panorama globale?
“Siamo una cinematografia con grandissimi talenti, sia autoriali – registi e sceneggiatori come Paolo Sorrentino, Matteo Garrone e i fratelli D’Innocenzo – sia a livello di maestranze tecniche. Abbiamo direttori della fotografia, montatori, scenografi e costumisti eccellenti di livello mondiale. Non a caso vinciamo Oscar e premi in tutto il mondo. Quello che manca, secondo me, è un’industria vera e propria. Mancano i produttori e l’idea di tornare a investire sul cinema e sui film senza dover dipendere dal denaro pubblico. Il limite di oggi è un cinema troppo assistito, basato sui soldi pubblici e sul tax credit, quindi meno disposto a rischiare e innovare. Quando dipendi sempre dal denaro pubblico, tendi inevitabilmente a conformarti ai valori dominanti.”

Professore, ora che terminerà il mandato da Rettore dell’Università IULM di Milano, cosa farà? Continuerà a insegnare?
“L’incarico da rettore dura sei anni e per fortuna non è rinnovabile. Professore si resta tutta la vita, quindi spero di poter continuare a insegnare e inventare nuovi corsi. Credo che alla mia età sia quasi un dovere cercare di trasmettere alle nuove generazioni alcune delle cose che ho imparato. L’insegnamento continua a essere nel mio cuore. Per fortuna mi stanno arrivando offerte e richieste anche per altre attività culturali. Sono Presidente del Comitato Scientifico del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e ora ho l’incarico prestigioso della Presidenza della Giuria per le Opere Prime a Venezia, che mi riempie d’orgoglio. La vita mi ha sorriso. Sono un uomo privilegiato che ha avuto la fortuna di poter trasformare una passione, quella per il cinema, in una professione, e di questo sono grato al destino, a Dio se esiste, e alla vita.”

La rassegna culturale letteraria non si ferma e prosegue con altri appuntamenti sempre all’Hotel delle Rose di Porto Cervo. L’8 agosto ci sarà Roberto Arditti con il suo libro “Rompere l’assedio”. Il 17 agosto, sarà la volta del governatore del Veneto, Luca Zaia, che presenterà “Fa presto vai piano”. La rassegna si concluderà il 21 agosto con Enzo Iacchetti e Gerry Calà.

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