Il ricordo di Giannina Sotgiu, la sindacalista che guidò le proteste nel boom della Costa Smeralda

Il trigesimo della scomparsa Giannina Sotgiu.

Era una donna combattente, zia Giannina Sotgiu, che è mancata all’affetto dei suoi cari all’età di 93 anni ad Arzachena. La ricorda così suo nipote Mario Sotgiu al trigesimo dalla sua scomparsa.

“Forte, brillante e coraggiosa”, sono le sue qualità con le quali si è fatta conoscere dagli anni del boom economico, in un’epoca dove ancora per le donne e i lavoratori era tutto da conquistare. Zia Giannina nel 1964, agli albori della Costa Smeralda, era una sindacalista della Cisl e ha guidato tanti lavoratori nelle proteste. Era un periodo d’oro per la storia della Gallura, ma anche di cose che fa meno piacere sentire, come la condizione degli operai nei cantieri dove stavano nascendo le ville.

Di quelle storie c’è un’intervista, dove la donna è stata ricordata come una dei personaggi più importanti della Gallura. Zia Giannina guidò una protesta di 3 giorni, ai tempi in cui, come lei stessa racconta, per una donna era una vergogna andare nei cantieri tra uomini. “Mi recavo spesso nei cantieri – raccontava zia Giannina – dove mi accorsi subito delle irregolarità: nelle buste paga mancava spesso il premio di produzione, nella mensa operai a mezzogiorno mangiavano contemporaneamente, nello stesso camerone, oltre 300 e fino a 500 persone. Protestai energicamente, ma non fui ascoltata, neppure alle minacce di organizzare uno sciopero. Mi seguirono invece gli operai, che erano contenti del mio lavoro”.

Una donna molto attiva anche nel volontariato, che assieme a sua sorella Tonina, recentemente scomparsa, si è spesa tantissimo per aiutare il prossimo. “Era la zia che tutti i nipoti vorrebbero – racconta Mario -. Si è occupata della madre ed è stata una zia sempre presente, poiché non si era sposata e non ha avuto figli. La sua casa era sempre aperta a tutti e aveva ottimi rapporti con il vicinato. Amava molto raccontarci dei simpatici aneddoti, come quando aprì la sezione locale del sindacato e reperì una scrivania da un amico che produceva torrone. Lei ci raccontava che tutti rimanevano deliziati dal profumo nell’ufficio. Una donna buona di animo, oltre che coraggiosa, che aveva trovato una missione: quella di occuparsi dei diritti e dei più deboli“.

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