Sogni e speranze infrante, i lavoratori di Air Italy si raccontano: “Siamo stati traditi”

La voce degli ex dipendenti di Air Italy.

Non si arrendono i lavoratori e le lavoratrici di Air Italy, che in queste ore stanno vivendo momenti drammatici, a causa dei licenziamenti di massa da parte dei liquidatori della ex compagnia di volo. Questa mattina, gli ex dipendenti hanno organizzato una nuova manifestazione dove hanno bruciato le loro divise, come segno di protesta per non aver ascoltato le loro voci.

Sono 1350 storie diverse, di sogni infranti e di speranze; impossibile raccontarle tutte, ma attraverso le parole di alcuni ex dipendenti di quella che era il fiore all’occhiello dell’economia in Gallura, nata dal progetto lungimirante del principe Agha Khan, che ha scommesso su una terra in cui vedeva del potenziale, è possibile dare voce ad alcuni di coloro che hanno quasi visto nascere la compagnia, migliaia di talenti preziosi che attendono delle risposte.

Uno di loro è Federico Marongiu, 51 anni e assistente di volo di professione. “Ho cominciato a lavorare nel 1991, quando l’azienda si chiamava ancora Alisarda – racconta -, ho vissuto tutte e tre le ere della compagnia aerea, quella gloriosa degli anni d’oro, gli anni della Meridiana e infine tutti i problemi che l’hanno portata al declino, anni caratterizzati da riduzioni salariali, minacce, azioni giudiziarie e problematiche per fare in modo che l’azienda restasse nel mercato”.

Marongiu è padre di tre figli, la più piccola ha solo 11 anni. “Purtroppo la maggior parte degli ex dipendenti di Air Italy hanno la mia età, non siamo né in età pensionabile e né in età dove si può dire sia facile trovare di nuovo lavoro – prosegue -. I miei figli ogni giorno mi confortano e mi abbracciano, io cerco di fagli capire che va bene lo stesso, ma quella più piccola è quella che sta soffrendo molto per la situazione. Non sono certo la persona che si piange addosso, ma è dura. Noi tutti ci sentiamo traditi, non tanto dai vertici della compagnia, ma da una politica assente e dalle istituzioni che hanno lasciato morire la vertenza”.

I sogni e le speranze di Federico e gli altri lavoratori. “Speriamo di venire ricompresi in Ita – dichiara -, che noi ex dipendenti possiamo avere spazio, come i nostri colleghi di Alitalia. Perché noi non siamo da meno e possiamo contribuire nella nuova compagnia. Siccome sono state promesse nuove assunzioni, la nostra speranza è quella di essere ricompresi. Siamo disponibili ad andare ovunque ci sia possibilità di riprendere a lavorare, perché noi vogliamo tornare a lavorare”.

Ha tre figli anche Tamara di Iorio, 46 anni, olbiese e assistente di volo, con Meridiana, dal 2000. Anche lei come gli altri 1350 lavoratori di Air Italy ha perso il posto di lavoro. “E’ una situazione drammatica – dice -, in questi due anni abbiamo lavorato in una situazione di grande incertezza, con promesse mai mantenute. Purtroppo non c’è stata attenzione da parte del Ministero del Lavoro. Io resto positiva, perché non penso che il capitale umano, fatto di brevetti e sacrifici verrà sprecato. Sono sicura che sia interesse nazionale quanto noi lavoratori ci abbiamo messo il cuore e tutte le mamme lavoratrici che hanno lavorato con dedizione. E’ una cosa che ci portiamo dentro come una ragione di vita, perché eravamo dei riferimenti per le persone che ci conoscevano e questa situazione ci rammarica. Noi abbiamo anche portato tanti malati oncologici in continente e sappiamo benissimo quanto è stata importante in Sardegna una compagnia come questa, con le nostre professionalità, non solo per il turismo”.

Tamara, nel frattempo, si tiene aggiornata e si occupa dei suoi figli, di 22, 20 e 9 anni. “Sto continuando a studiare le lingue e fare corsi per stare al passo per migliorare la mia professionalità – afferma -. Sono pronta qualora ricomincerò a lavorare e sto frequentando dei corsi che organizza la Regione. Io sono molto speranzosa perché sono sicura che ci saranno dei progetti, perché abbiamo tutte le professionalità e questo è un settore fondamentale per il nostro territorio”.

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