Con la madre morta in casa da mesi a Olbia, chiesta la visita psichiatrica per il figlio

Il ritrovamento del corpo della donna a Olbia.

Al magistrato di turno, Sara Ghiani, ha raccontato di non avere avuto il coraggio, per tutti questi mesi, di dire che la madre era morta. Nemmeno alla sorella, che viveva a poche centinaia di metri e con la quale, negli ultimi anni, i rapporti si erano via via logorati. Un racconto frammentario, a tratti difficile da comprendere, quello fornito, ieri sera,  da Davide Derosas, 43 anni, sentito come persona informata sui fatti, dopo il ritrovamento del cadavedere della madre, Antonia Sanna, nella loro casa di via Isonzo, a Olbia.

E da persona informata sui fatti è uscito, ieri sera, Derosas, verso le 20, dagli uffici della Procura di Tempio. Non per tornare a casa, ma per essere ricoverato all’ospedale psichiatrico per 48 ore in osservazione. Lo stato confusionario in cui l’uomo ha riferito i particolari della morte della madre, il senso di distacco e di apparente indolenza, non hanno fatto dubitare il magistrato della necessità del provvedimento.
In attesa che l’esame autoptico chiarisca le cause della morte. La madre, 67 anni, originaria di Monti, viveva in quella villetta nel quartiere Tilibas di Olbia, con il figlio. E sempre il figlio, negli ultimi anni, dopo la morte del padre, si occupava completamente di lei, ritirando la pensione e seguendola nelle cure mediche di cui aveva bisogno.
Gli inquirenti stanno cercando di capire se dietro la volontà di nascondere la morte della madre si potesse celare un secondo fine. Le ipotesi di reato, sulle quali si sta lavorando, per il momento, sono di occultamento di cadavere, ma il figlio non è stato ancora formalmente indagato.
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