In Gallura si inquina meno, agli ultimi posti per illeciti ambientali

Il rapporto di Legambiente sulla Gallura.

La Gallura è tra le 100 regioni italiane per illeciti ambientali, dove la provincia Olbia-Tempio è tra le più virtuose, ovvero 93esima. Lo dice l’ultimo rapporto di Legambiente sulle ”Ecomafie”. Nello stesso documento, che si riferisce ai dati del 2021, tuttavia la Sardegna è addirittura ottava tra le regioni nella classifica per reati sull’ambiente.

Gallura: uno dei territori più virtuosi secondo Legambiente.

Nell’Isola si sono verificati 1387 reati ambientali, di cui 1110 persone denunciate, 6 arresti, 264 sequestri, ovvero il 4,6% degli illeciti sul territorio nazionale. In Gallura per gli stessi reati sono state denunciate 51 persone ed effettuati 24 sequestri. La provincia è, infatti, una delle più virtuose per quanto riguarda i fenomeni delle “ecomafie”, penultima nell’Isola in rapporto con gli altri territori.

Un confronto con le altre province della Sardegna.

Addirittura, Sassari occupa la 20esima posizione in Italia con 367 reati, 318 denunciati e 72 sequestri ed è la prima in Sardegna per numero di reati nel rapporto di Legambiente. Precede la Gallura Nuoro (41esima), 198 illeciti, 78 denunce, 1 arresto e 16 sequestri. Cagliari si colloca 49esima, con 174 reati, 155 persone denunciate, 3 arresti e 62 sequestri. Segue il Sud Sardegna (53esima) con 146 reati, 93 denunce e 24 sequestri. Oristano, con 124 illeciti, 57 denunce, 18 sequestri. La provincia è al 63esimo posto. Fa addirittura meglio della Gallura l’Ogliastra, dove non si è verificato alcun illecito in materia ambientale ed è ultima anche in Italia per numero di illeciti.

Gli ultimi episodi in Gallura.

E’ recente l’inchiesta sui presunti fatti che riguardano la presenza di scarichi “taroccati” del depuratore Cipnes Olbia. Sono 4 gli indagati, in seguito all’inchiesta aperta dopo le segnalazioni dei molluschicoltori su problemi nel mare di Cocciani. L’estate scorsa la Procura di Tempio ha avviato le indagini e la svolta è arrivata con in controlli dei carabinieri del Noe di Sassari. In prossimità degli scarichi c’era un marchingegno che permetteva di eludere i controlli dell’Arpas, con acqua tarocca. Il dispositivo permetteva di prelevare campioni, senza permettere di analizzare la qualità degli scarichi realmente immessi in mare di Cocciani. In questo modi sarebbero stati aggirati in controlli sulla qualità degli scarichi immessi in mare.

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