In Gallura non si trova casa, solo affitti brevi per turisti. Il Sunia: “Più potere ai Comuni”

Il sindacato Sunia sulle difficoltà di trovare casa in Gallura

di Carolina Bastiani

Trovare una casa per andare a vivere in Gallura e nel Comune di Olbia diventa sempre più difficile per moltissime persone. La causa è l’aumento esponenziale di immobili destinati agli affitti brevi. Questi, di fatto, garantiscono al proprietario un guadagno maggiore e immediato rispetto a una locazione convenzionale. Il fenomeno è diffuso in tutto il territorio italiano, soprattutto nelle aree ad alta vocazione turistica. La Gallura, dunque, ne è colpita in maniera seria. Il paradosso risiede nell’enorme sproporzione tra gli abitanti stabilmente presenti sul territorio e la quantità di edifici esistenti.

Stefano Lupinu, segretario provinciale del Sunia (Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari) illustra la situazione. “Il disagio abitativo è presente in tutti i Comuni della Sardegna con località turistiche e, dunque, anche nel comprensorio Olbia-Costa Smeralda e località limitrofe”, spiega. Olbia, in particolare, presenta una situazione peculiare per due motivi principali. “Uno è, appunto, la sua attitudine prevalentemente turistica, per cui le locazioni sono destinate al turismo – chiarisce Lupinu -. L’altro è il ricorso da parte di numerosi proprietari a contratti molto brevi per tutelarsi da ipotetiche situazioni spiacevoli”.

In generale, tra le conseguenze immediate di questa pratica, c’è lo spopolamento. “In certe zone esso è già in essere, visto che queste si popolano solo in estate”. Inoltre, le persone vittime del fenomeno sono obbligate a spostarsi in quei luoghi dove qualche possibilità di alloggio ancora è garantita. Tuttavia, questo ha un impatto notevole su di loro. “Molte famiglie, per scadenza contrattuale o morosità anche incolpevole, devono lasciare l’immobile – spiega -. Quindi, di fatto, sono costrette a cambiare asili, scuole e, a volte, anche il lavoro”. Ma anche abitudini di vita consolidate e relazioni sociali.

I problemi degli affitti brevi

Purtroppo, l’organizzazione sindacale, al momento, non possiede i mezzi per tutelare queste persone. E, dunque, chi ce li ha? Il quadro normativo è carente in tutta Italia. L’attuale Governo è intervenuto attraverso l’introduzione di aggravi fiscali sugli affitti brevi. Anche se, secondo il segretario provinciale “non è una misura sufficiente a rimettere sul mercato immobiliare un numero di locazioni tale da coprire l’immane richiesta da parte degli utenti”. Il Governo avrebbe anche perso l’occasione di dare strumenti efficaci ai sindaci. Quest’ultimi, infatti, dovrebbero essere posti nelle condizioni di disciplinare l’offerta turistica in modo che non vada a danno della residenzialità. “Per ora i Comuni non hanno specifici poteri. Alcune amministrazioni sono riuscite ad introdurre determinate limitazioni, ma solo in relazione ai B&b”.

Lupinu ha riconosciuto anche che “malgrado il provvedimento proposto dal Ministero del Turismo non contribuisca a risolvere i problemi della condizione abitativa, rappresenta un primo segnale di inversione di tendenza. In quanto teso a colmare la mancanza di una regolamentazione a livello nazionale”. Con i pesanti limiti che sussistono, “dobbiamo riconoscere che le misure di natura fiscale e di sicurezza degli alloggi proposte dalle organizzazioni sindacali sono state accolte”. Tuttavia, in una recente nota, il Sunia ha denunciato l’estromissione dei rappresentanti dei sindacati degli inquilini dalla discussione sul Piano Casa. Una decisione ritenuta inammissibile, perché minaccia il principio della rappresentanza e perché causa disparità nell’ascolto delle diverse prospettive che convivono nel nostro Paese.

Il problema sicuramente non è di facile soluzione, ma trovare casa in Gallura è difficilissimo e il fenomeno degli affitti brevi rischia seriamente di compromettere la tenuta sociale. Quello che il sindacato auspica è l’inizio di un percorso serio che vada in direzione di un contrasto reale alla gentrificazione e di un rilancio di politiche dell’abitare basate su una più grande valorizzazione del ruolo dei Comuni.

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