Da lu troncu a la missa, il Natale in Gallura tra leggenda e tradizioni

Le tradizioni e le leggende natalizie della Gallura.

C’era una volta il Natale gallurese, quando durante la sera del 24 dicembre,  ci si riuniva tutti davanti al camino.

Il fuoco riscaldava la fredda notte, ma anche un grosso ceppo: un pezzo di legno magico che restava acceso dalla vigilia di Natale fino all’Epifania. “Lu troncu di Natali” aveva lo scopo di scaldare il Bambino. La leggenda vuole che questo ceppo fosse, per le famiglie che se ne curavano, di buon auspicio per l’anno nuovo.

Quando l’albero di Natale non era una tradizione gallurese, il 24 dicembre, le pareti della casa venivano addobbate con rametti di menta, alloro o ancora rami d’ulivo. Più tardi i giovani e i meno giovani del paese, si incontravano per la messa, detta anche “la missa di Natali”, era il momento più atteso della vigilia. Tutti si radunavano davanti alla chiesa e le piazze in poco tempo si affollavano di uomini, donne e bambini vestiti a festa.

La leggenda narra che durante “la missa” la presenza delle donne in gravidanza fosse di buon augurio per il nascituro, per scongiurare malattie e complicazioni.

Le gravide si riunivano a pregare per evocare un potere esorcizzante dal demonio. Secondo la leggenda, infatti, le donne incinte che non partecipavano  alla messa, rischiavano di partorire bambini dalle sembianze mostruose: numerosi i racconti che narrano di bambini nati con sembianze demoniache.

Se una brava cristiana, nel caso in cui avesse partorito il bambino durante la notte di Natale, secondo la tradizione, egli avrebbe protetto dalle disgrazie almeno sette case del vicinato.

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