Buste della spazzatura sulle insegne di Olbia, prosegue la guerra dei commercianti contro il Comune

La guerra delle insegne a Olbia.

Prosegue la guerra delle insegne, a causa degli aumenti da parte del Comune di Olbia. Ieri si è tenuta una riunione degli imprenditori locali, che hanno deciso, per protesta di oscurare le insegne pubblicitarie a lutto.

Sono numerose le chiamate alle ditte pubblicitarie, soprattutto da parte de commercianti della zona industriale. “Oggi numerosi clienti mi hanno contattato per andare a coprire le insegne, per mettergli sopra il telo nero come protesta che hanno annunciato ieri – dichiara Domenico Guddelmoni, proprietario dell’azienda pubblicitaria di Olbia Neon Tecno Sarda -. Ci ha lasciato davvero senza parole questa decisione, ci sono aziende che si sono trovate a pagare da 800 euro a 4000 euro. Una cosa assurda, soprattutto considerando il periodo che stiamo vivendo con la pandemia”.

Ma l’oscuramento delle insegne è partito da oggi. Già da qualche giorno fa diversi imprenditori di Olbia avevano deciso di smontare i cartelli pubblicitari dai loro esercizi, come segno di protesta contro il rincaro, anche del 200% della tassa. Gli esercenti hanno ritenuto di essere preoccupati da ciò che può comportare una decisione simile. A essere penalizzati non sono soltanto i commercianti, ma anche chi lavora nel settore della pubblicità, una categoria dove tutti gli introiti dipendono proprio da rifornire alle aziende insegne luminose.

Dopo l’incontro di ieri, avvenuto al Delta Center, oltre a deliberare le azioni di protesta degli imprenditori locali, si è deliberata la disponibilità a partecipare, in delegazione, ai prossimi incontri con l’amministrazione comunale . Lunedì l’incontro con le associazioni di categoria e l’amministrazione comunale, per arrivare ad una soluzione. “Se il Comune non torna nei suoi passi smonteremo tutto – afferma Gavino Felice Murrighile, che gestisce il Delta Center, luogo dove si è tenuto l’incontro -. Quello che sta dando Olbia è un messaggio bruttissimo. Costringere a togliere un’insegna rappresenta la sconfitta della società. Tutte le amministrazioni comunali fanno di tutto per attrarre l’economia, da noi invece facciamo l’opposto. E’ ovvio che poi se un imprenditore ha più vantaggi non investe a Olbia ma fuori. L’amministrazione comunale dovrebbe aiutare gli imprenditori quando sono in esercizio e non quando vanno in liquidazione, scrivendo lettere”.

Preoccupati anche gli imprenditori locali del settore pubblicitario. “Certamente chi vuole farsi conoscere, attraverso un’insegna – dichiara Ermanno Troiani, di Olbia Neon -, ci penserà due volte perché all’acquisto della pubblicità, alle manutenzioni periodiche, deve aggiungere quello che pagherà ogni anno. Ovvio che per noi il fatturato si riduce, perché chi vuole acquistare un’insegna per il suo negozio poi sarà portato a comprarne, ad esempio, una più piccola. Noi fortunatamente abbiamo clienti da tutta la Sardegna, ma è assurdo che Olbia abbia la tariffa più alta in Italia. E’ esagerato. Quale servizio offre in più Olbia e che disturbo dà un annuncio. Così finirà che solo le grandi aziende potranno fare la pubblicità”.

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