Attesa per il Consiglio comunale di Olbia sul caro insegne: ecco cosa aspettarsi

Il consiglio comunale a Olbia.

La guerra delle insegne finisce in Consiglio comunale a Olbia. Domani mattina, dalle 10, l’aula consiliare di via Garibaldi è aperta a tutti per discutere sull’aumento della tassa sulla pubblicità delle attività commerciali, che ha scatenato una serie di azioni da parte degli imprenditori locali, i quali hanno smontato e coperto le installazioni.

L’incremento delle tasse era avvenuto in sordina, dove i commercianti si erano accorti di importi da pagare anche triplicati e l’opposizione aveva chiesto la convocazione di un Consiglio comunale urgente per coinvolgere la cittadinanza, le associazioni di categoria e gli imprenditori nel dibattito sull’aumento delle tariffe del Canone Unico Patrimoniale.

Un Consiglio comunale tanto atteso. “Noi avevamo chiesto alla maggioranza un Consiglio comunale aperto per sentire non solo le associazioni di categoria, ma anche i singoli imprenditori – spiega il consigliere di minoranza Davide Bacciu -, perché potessero esprimere un confronto nell’aula più importante verso un tema molto sentito. Ci aspettiamo, infatti, una reazione forte degli imprenditori perché sono stati colpiti in prima persona, anche perché penso, se non ora quando? Un aumento del genere è evidente che non trova una giustificazione e si spera che la maggioranza possa ripensare a soluzioni verso chi sta affrontando anche un periodo come quello della pandemia”.

Uno degli imprenditori più noti di Olbia ed ex presidente di Confcommercio, Pasquale Ambrosio, ora neo consigliere comunale della maggioranza, domani non ci sarà per altri motivi, aveva deciso però di smontare una delle sue insegne commerciali. “Se vesto il cappello da imprenditore e da ex presidente di categoria non posso che concordare che questo aumento delle tariffe crei malcontento – dichiara -. Avevo chiesto infatti un confronto con l’associazione, riguardo all’impegno di arrivare alla proroga, perché si potesse avere il tempo di valutare cosa fare. Il motivo per cui ho smontato l’insegna dell’hotel e del negozio in zona industriale è perché ho approfittato del provvedimento per cambiare le insegne, che erano obsolete. Ne realizzerò una più piccola, perché non è necessario tenerla così grande”.

Malgrado la possibilità di rimpicciolire le insegne sotto i 5 metri, non tutti i commercianti riescono ad adattarla alle dimensioni del loro esercizio. “Sono d’accordo che per chi ha un capannone rimpicciolire la propria insegna non renderà visibile la propria attività – prosegue Ambrosio -, infatti da imprenditore riesco a capire quanto sia difficile da digerirlo. Vestendo l’abito di amministratore però, avevamo spiegato le ragioni di questo aumento, che sono quelle relative al bilancio. Se non avessimo scelto i commercianti avremmo colpito un’altra categoria come le famiglie. Di domani non so cosa ci si aspetta, ma sicuramente la minoranza cavalcherà il malcontento e la maggioranza spiegherà ai cittadini il perché abbiamo scelto di aumentare le tariffe”.

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