I tassi d’interesse sono costati 46 milioni in più alle imprese di Sassari e Gallura

I dati in Gallura e Sassari sulle imprese.

I tassi di interesse sono costati 46 milioni in più alle imprese di Sassari e della Gallura. Ciò emerge dalla due giorni di lavori della convention regionale di Confartigianato Sardegna, dal titolo “La rappresentanza artigiana al centro delle sfide future”, che si è svolta a Sardara, e che ha visto la partecipazione di oltre 100 persone da tutta l’Isola.

Contesto regionale.

Nel primo trimestre 2024 le imprese totali in Sardegna erano 169.396 con saldo di -151 realtà dato da 2.520 nuove iscrizioni e 2.620 cessazioni, equivalente a un calo dello 0,09%. I dati del dossier sull’economia della Sardegna mostrano come, per ora, la tendenza sulle dinamiche di quest’anno in corso per la Sardegna sia di una economia di stabilizzazione ovvero con percentuali che crescono o calano senza eccessivi strappi. Tre gli indicatori più rilevanti: le imprese che aumentano, l’inflazione che si riassorbe, e lavoro che cresce ma prosegue la carenza di figure professionali
adeguate.

Sempre nel primo trimestre, nell’artigianato le aziende registrate erano 34.314, il 20% di tutto il panorama produttivo, con un saldo di +22 attività, dato da 707 iscrizioni e 685 cessazioni, equivalenti a
un tasso di crescita dello 0,06%. I dati sul settore pongono l’Isola al secondo posto in Italia come crescita del settore dopo il Lazio con +0,19% e una media nazionale del -0,12%. Nel primo trimestre 2023, la
Sardegna nel primo trimestre 2023 registro una frenata dello 0,07% mentre ora registra una crescita del 0,06%.

In Sardegna la dinamica del PIL nel 2023 rallenta rispetto all’anno precedente e si attesta al +0,20%. Per il 2024 è prevista una dinamica sempre prossima allo zero ma leggermente più elevata (+0,34%).
Nonostante il rallentamento della crescita il PIL nel 2025 è previsto il recupero dei livelli pre crisi (2019) segnando un +2,2% e contribuendo allo slancio positivo del Mezzogiorno che segna un +3,9%.

Credito e tassi bancari in Gallura e a Sassari.

E’ di 148milioni di euro l’extra costo causato dal caro tassi bancari verso le micro e piccole aziende della Sardegna condizione che ha imposto all’83,4% delle realtà produttive isolane di ricorrere
all’autofinanziamento nel caso di necessità creditizie. In ogni caso, nell’Isola il 50,7% delle imprese di ridotte dimensioni continua a dipendere dall’erogazione di mutui e prestiti da parte degli Istituti
di Credito.

Nei territori isolani l’extra costo ha colpito Sassari-Gallura per 46 milioni, Cagliari per 45, il Sud Sardegna per 22, Nuoro per 20 e Oristano per 15. A dicembre 2023 in Sardegna si contavano 8miliardi e 371milioni di prestiti al totale delle attività produttive isolane. Di questi 2miliardi e 532milioni sono andati alle micro, piccole e medie imprese il cui credito in 2 anni si è contratto del 5,6%.

L’inflazione rallenta.

Buone notizie arrivano dall’inflazione in netta frenata: a marzo 2024 la percentuale ha raggiunto lo 0,7% rispetto al +9% di marzo 2023. Ancora alto il prezzo dell’energia: a marzo 2024 risultava più alto
del 41,8% rispetto a quello del 2021 ma inferiore a quello nazionale che ha registrato un +46,9% e a quello delle Isole con un +49,5%.

Pnrr e investimenti pubblici.

Il PNRR rappresenta uno stimolo rilevante per l’economia sarda, attenuando gli eventuali effetti recessivi che potranno scaturire nei prossimi mesi. Nel 2023 la spesa nazionale per investimenti pubblici
sul PIL torna a salire (2,9% del PIL). Le amministrazioni locali stanno facendo la loro parte: al I trimestre 2024 i pagamenti per investimenti dei Comini dell’Isola registrano un aumento tendenziale
del +47,3% (+46 milioni di euro) accelerando il passo (nel 2023 l’incremento registrato si attestava al +32,8%).

Export.

L’export manifatturiero (che comprende le grandi produzioni industriali come i combustibili) sardo registra una brusca frenata: il 2023 si è chiuso con -24%, dato che pone l’Isola all’ultimo posto
della graduatoria nazionale. Pesante crollo dei prodotti derivati alla raffinazione del petrolio e dei prodotti chimici mentre reggono i prodotti alimentari, le lavorazioni metallifere e le lavorazioni di
macchinari e apparecchiature. Al contrario reggono le esportazioni delle piccole e medie imprese che hanno registrato un +6% sul 2022, dato superiore al nazionale che ha chiuso con un 1,8%. Tengono i
prodotti alimentari, i tessili, l’abbigliamento, i supporti stampati, e i prodotti i metalli. In Pesante calo legno e sughero e i mobili.

Aumenta l’occupazione, sopratutto quella femminile.

Nel 2023 sono 577 mila gli occupati nella regione, 11 mila in più (+1,9%) rispetto al 2022. Trend positivo trainato dalle occupate (+3,9%) e dai lavoratori dipendenti (+2,0%). Tale risultato positivo non risulta però ancora sufficiente per recuperare il numero di occupati del 2019, anno pre-crisi, (quando erano 582 mila), registrando una dinamica del -0,9%; restano ampiamente sotto i livelli 2019 le occupate (-1,8%), e i lavoratori indipendenti (-3,0%).

Sul fronte lavoro, variabile traino dell’ultimo periodo, una delle principali problematiche che interessa le imprese è la difficoltà di reperimento. La quota di entrate ritenute difficili da trovare a maggio 2024 si attesta al 49,2%, superiore di 4,6 punti a quella rilevata a maggio 2023 (44,6%).

Per gli under 35 nel 2023 l’occupazione è cresciuta del +3,4% sul 2022 mentre rispetto al 2019 registra un gap del -3,8%. L’isola registra la seconda performance negativa per l’occupazione giovane tra il 2019 e 2023. Per ciò che riguarda gli over 35, tra il 2022 e 2023 si è registrata una crescita del +1,5% mentre il gap tra il 2019 e 2023 rimane ancora del 0,5%. Tra il 2022 e 2023 crollano gli occupati del
manifatturiero dell’-11,1% (peggior risultato in tutta Italia) e quelli delle costruzioni con -12,2%. Al contrario eccellente performance dei servizi (+4,7%), commercio e turismo (+1,3%) e altri
servizi (+6,2%). Su 577mila occupati, 454mila sono quelli impiegati nei servizi, 51mila nella manifattura estesa, 39mila nelle costruzioni e 33mila nell’agricoltura.

Troppi posti vacanti.

Nel 2023 le imprese sarde non sono riuscite a reperire il 42% della manodopera necessaria, pari a 64.170 posti rimasti scoperti. Le cose sono andate peggio per le piccole realtà che hanno avuto difficoltà ad
assumere il 42,9% del personale (48.030 lavoratori), e per gli artigiani la cui quota di lavoratori introvabili è arrivata al 50,7% (8.170 addetti). Tra maggio e luglio 2024, la Sardegna ha previsto l’assunzione di quasi 21mila nuovi addetti (+19,6% rispetto allo stesso periodo del 2023) di cui il 49% di difficile reperimento.

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