Nuova vita per un pino morto sul lungomare di Olbia, Mozok: “Vi racconto il Nido”

La nuova scultura di Mozok sul lungomare di Olbia.

Quando ci avviciniamo all’opera di Mozok, al secolo Roberto Mazzullo, inaugurata ieri sul lungomare di Olbia, nata da un pino morto, sembra l’albero che sia risorto. L’artista olbiese di adozione in soli 5 giorni ha realizzato un’opera intitolata “Il nido”. Una scultura di quasi 4 metri realizzata dall’artista 46enne con l’aiuto motosega.

L’autore, già noto in città, per aver realizzato “San Francesco e il lupo”, l’opera benedetta nata da un albero morto nelle palazzine di via De Sanctis, davanti alle palazzine popolari, nel 2017, racconta ora il significato della nuova scultura nel legno e sulla sua innata vena artistica che lo ha portato a realizzare diverse opere su commissione.

Parla Mozok

“Amo rappresentare animali nelle mie sculture, soprattutto la nostra fauna selvatica di cui siamo ricchi in Sardegna – spiega Mozok -. Ho rappresentato due gabbiani perché si inseriscono perfettamente nel contesto dove è collocato il pino, sul golfo di Olbia. Così ho presentato all’Aspo la mia idea, che ho disegnato con un acquerello e, diversamente da ciò che mi aspettavo, è piaciuta tantissimo”.

I dettagli de “Il nido” sono molto accurati: ci sono le venature e i nodi (non presenti sul pino) che lo fanno sembrare un albero vivo. Gabbiani che svettano sopra quello che è rimasto del pino marittimo morto dopo la realizzazione del nuovo lungomare. Gli stessi uccelli si possono trovare scolpiti anche nella parte inferiore del tronco, con un nido. “I gabbiani in alto li ho realizzati in studio con il legno di olivastro – spiega l’artista -, poiché si tratta di un legno più nobile. Poi ho decorticato il pino e con una motosega, fiamma e bombolette, ho realizzato dei finti nodi per renderlo realistico. Ho usato anche colle industriali e barre d’acciaio per rendere la scultura molto resistente agli agenti atmosferici. Per la realizzazione della mia scultura devo molto anche al mio amico Enrico Caboni, che mi ha aiutato tantissimo e lo ringrazio per questo”.

L’arte di Mozok è frutto del suo Dna (Roberto ha diversi parenti artisti, musicisti e pittori), ma anche della sua formazione, che lo ha portato ad avvicinarsi anche alla scultura. Mazzullo, infatti, ha cominciato come pittore. “Ho frequentato una storia d’arte a Londra – racconta -, poi ho proseguito a Milano per quanto riguarda la formazione di pittore. Successivamente ho frequentato corsi di scultura, con la ceramica e metallo, ma anche lavorare in falegnameria mi ha aiutato molto nella lavorazione del legno. La mia prima opera è nata nel periodo immediatamente successivo, nel 2017, con “San Francesco e il Lupo” e ho realizzato diverse sculture per privati a Olbia”.

Se ammireremo presto nuove opere di Mozok? L’artista ha fatto sapere che il suo sogno è realizzarne altre e in mente ha altri progetti che riguardano anche statue in metallo. “Sarebbe bello realizzare qualcosa per omaggiare le figure importanti che hanno rappresentato Olbia – aggiunge Mozok -, da alberi morti o anche lavorando l’acciaio. Qualche idea su chi si potrebbe rappresentare ce l’ho e spero che sarà realtà perché darà molto lustro alla città”.

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