Accusò un uomo di rapina e violenza sessuale a Olbia: non era vero, condannata per calunnia

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Condannata per calunnia: incolpò innocente a Olbia

Sono passati sette anni da quando aveva querelato un conoscente per violenza sessuale e violenza, ma non era vero: condannata per calunnia. L’uomo per anni ha dovuto subire l’onta di questa pesante accusa, ma le indagini avevano appurato che non era vero niente. Una volta chiarito questo aspetto è stata lei, una 32enne di Olbia, a finire sotto processo per calunnia. Il pubblico ministero aveva chiesto per lei due anni, ma la condanna inflitta dal giudice del Tribunale di Tempio è stata ancora più dura: tre anni anni reclusione e il pagamento di 5mila euro.

Nel 2015 la donna lo aveva querelato raccontando che l’uomo l’aveva abbracciata e palpeggiata e le aveva rubato, portandolo via da casa sua, un gruppo elettrogeno. Dalle indagini, invece, era emerso che quel macchinario le era stato prestato dall’uomo, che con la famiglia aveva pure aiutato la donna. Una volta chiarito che si era inventata tutto, la posizione dell’uomo era stata archiviata. Poi le parti si sono ribaltate ed è stata lei a finire sotto accusa. I giudice del Tribunale di Tempio ha ricostruito tutti i passaggi della vicenda condannando al donna.

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